Alessandro Mannarino Live

ALESSANDRO MANNARINO

Auditorium Conciliazione 13.04.2012

di Massimiliano Franchi

(immagine da http://rockinroad.blogosfere.it/2011/10/alessandro-mannarino-nuovo-tour-con-lultimo-giorno-dellumanita.html)In una serata d’aprile cupa di nuvole, vento freddo e pioggia, a due passi dal Vaticano, esattamente all’Auditorium in via della Conciliazione, il dissacrante cantautore romano Alessandro Mannarino riscalda anima e cuore del pubblico della capitale nella prima data della doppietta finale che conclude il suo tour teatrale in giro per l’Italia.
La band di polistrumentisti che lo accompagna trasforma lo show in un tripudio di sax, clarinetto, violino, chitarre, armonica, mandolino, ukulele, contrabbasso, batteria, fisarmonica, banjo e batteria, mescolando generi e sonorità di varie epoche e terre.
Partendo in sordina, Mannarino da seduto strizza l’occhio al pubblico di casa con Le cose perdute e Svegliatevi italiani, ed è un crescendo di atmosfere poetiche e ironiche con ballate quali La strega e il diamante (in cui spicca la voce della bella e brava Simona Scaccia, che poi sarà protagonista assoluta nell’interpretare la canzone popolare siciliana Cu ti lu dissi), L’onorevole e l’intermezzo solista da cabaret di Carcerato. Piano piano, er sor Alessandro scalda il cuore della gente con il romanticismo da strada di Quando l’amore se ne va e Statte Zitta, per poi far esplodere il pubblico con i deliri danzerecci di Rumba Magica, Serenata Lacrimosa, L’era della Gran Publicitè e Tevere Grand Hotel. C’è spazio per quasi tutto il repertorio del cantautore, che sapientemente mescola i pezzi da entrambi gli album pubblicati, non tralasciando divertissement quali Osso di Seppia e la swing Marylou, le malinconiche Pagliaccio e L’ultimo giorno dell’umanità, la coraggiosa Maddalena e le atmosfere da valzer de noantri de Il Merlo Rosso (che vede la altrettanto bella e brava violinista Susy Valjius duettare con il cantante romano) e la recitata Vivere la Vita prima della pausa. Durante il bis, Il bar della rabbia è un inno cantato in coro dalla sala intera e il concerto si conclude a mille con Me so mbriacato e Scetate vajò, in cui la gente, già in piedi da prima, si scatena in un tarantolato ballo finale.
Alessandro Mannarino dunque costruisce attorno a sé uno show multiculturale, passando dagli stornelli romaneschi ad atmosfere gitane e latinoamericane, attraverso ritmi swing e reggae e sonorità folk, riuscendovi a intrecciare liriche colme di sarcasmo, ironia, romanticismo e intelligenza, frutto sicuramente degli anni e anni di gavetta in compagnia solo della fidata chitarra, la voce da mascalzone rugantiniano e il sorriso beffardamente dolceamaro nascosto sotto i baffi, che lo hanno portato orgogliosamente (e con lui tutto il pubblico romano) a diffondere in giro per tutto il paese i suoi versi e le sue melodie.

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