IL PEGGIOR NATALE DELLA MIA VITA (Italia 2012 – Alessandro Genovesi)

di Fabio Migneco

( immagine da http://cdn1.stbm.it/pianetadonna/gallery/foto_gallery/gossip/il-peggior-natale-della-mia-vita-scene-film/la-locandina-de-il-peggior-natale-della-mia-vita.jpeg?-3600 )Un anno e mezzo fa la versione nostrana di Ti presento i miei (derivata da un format tv inglese) con De Luigi imbranato dagli effetti disastrosi al quale va tutto storto mentre sta per sposare la Capotondi con tutte le perplessità del caso da parte del suocero Catania fu una sorpresa al botteghino. Ecco quindi l’inevitabile sequel, con una spruzzata di neve in più, Siani e la Guerritore in meno (quest’ultima sostituita dalla Bonaiuto) e qualche new entry di peso di cui parleremo. Se ne sentiva il bisogno? Non proprio, ma così è il mercato e poi se siamo fin troppo spesso indulgenti con gli infiniti seguiti che ci propinano da oltreoceano non possiamo esserlo per una volta con una nostra commedia? Forse sì, anche perché a conti i fatti questo è un tipo di commedia che non fa male a nessuno. Certo, nemmeno osa davvero, o si diversifica, è un paio di gradini sopra al cinepanettone classico perché le volgarità gratuite sono praticamente del tutto assenti.

Le aggiunte al cast funzionano, la Chiatti è persino meno odiosa del solito, un po’ sprecati Ale e Franz in quello che è poco più di un cammeo, così come Dino Abbrescia, nell’ingrato ruolo del maggiordomo da barzelletta. Mattatore morbido e divertente Abatantuono, perfetto padrone di casa del castello fiabesco sulle alpi, che con qualche zampata di classe da vecchio leone qual è regala più di un sorriso e qualche risata, con persino un paio di duetti col sempre bravo Antonio Catania. Cristiana Capotondi come sempre deliziosa, fa quel che può con una parte quasi ridotta ai minimi termini. Fabio De Luigi, ormai praticamente la versione cartoon di sé stesso, attraversa tutto il film muovendosi tra una sciagura e l’altra con disinvoltura e consumate abilità mimico-acrobatiche. Il talento non gli è mai mancato (e quante perle ci ha regalato negli anni!), magari dovrebbe affidarsi a sceneggiatori di maggior spessore. Oppure se proprio vuole scrivere lui come in questo caso – insieme al regista, un sodalizio iniziato in casa Salvatores con Happy Family – allora che si sforzi un pochino di più ecco. Potrebbe venirne fuori davvero una grande commedia e non solo una storiellina, onesta per carità, ma solo moderatamente divertente e dalla consistenza pari a una bolla di sapone. Siamo fiduciosi.

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