Romanzi dalla Catalogna

di Lorenzo Mazzoni

(immagine da http://www.atmospherelibri.it/)Un metatesto, un’eccellente lettura per addetti ai lavori, una lingua mimetica, crepuscolare, una struttura circolare e ardita. Questo è L’uomo manoscritto di Manuel Baixauli pubblicato in Italia da Atmosphere Libri e tradotto sapientemente da Silvana Cupiccia e Patrizio Rigobon.

Un uomo senza nome ritrova in luoghi differenti (un foglio dentro la Bibbia, uno scritto sulle pareti di un faro, ecc.) una serie di messaggi scritti da un fantomatico Lui che lo mettono di fronte al suo passato e al suo presente costringendolo a ricercare una sua identità futura migliore di quella attuale. Questo continuo ritrovarsi e vivere questi accadimenti sembrerà aver termine solo quando, scrivendo e riscrivendo ciò che egli chiama il Diario, sotto forma di pietre appartenenti a una casa diroccata, verrà buttato via.

L’incontro con Lui si rivela fatale e gira il romanzo – fino ad allora una chiara narrazione creativa – in qualcosa di completamente inaspettato e ambizioso. L’uomo manoscritto parla di letteratura e della scrittura come una necessità vitale, come un modo per reinventare se stessi; un viaggio attraverso la scrittura per cambiare. Ne L’uomo manoscritto, Baixauli invita il lettore a partecipare ad un gioco letterario del gatto col topo. Ad un certo punto, il narratore dice: “Mi piace il finale aperto, con i lettori… abbandonati dallo scrittore, dipendenti da se stessi”, e opportunamente il romanzo si conclude con un ritorno all’inizio, con un incontro con Lui in un futuro non troppo lontano. Coloro che vorranno giocare, troveranno questo romanzo una lettura impegnativa ma alla fine gratificante.

La grande forza del romanzo è la qualità della scrittura: ogni parola è stata calcolata e calibrata con precisione e lo sviluppo del romanzo è impeccabile. “Ho sempre vissuto in una giungla di interrogativi, senza venire al dunque, orfano di certezze. Ho sempre scelto cammini impervi. Cammini ignoti con destinazione ignota. Vado avanti quando non so dove andare. Non so mai dove vado. Ogni mattina comincio un film di cui ignoro la fine. Non c’è nulla di immobile nel mio pensiero, la mia unica routine: il Diario, un’opera che scarabocchio ogni giorno. Scrivo molto, una necessità quasi fisica, la stessa necessità di quando urino, mangio o dormo. Ci sono stati giorni in cui non ho mangiato, ce ne sono, spesso, in cui non dormo; non ne ricordo nessuno in cui non abbia scritto.”

Manuel Baixauli (Sueca, 1963) è un pittore e scrittore catalano. Nel 1998 ha pubblicato la raccolta di racconti Espiral, cui è seguito il romanzo Verso, acclamati dalla critica. L’uomo manoscritto ha vinto i rispettivi premi: Premio Mallorca 2006, Premio Salambó 2007, Premio Nacional de la Crítica Catalana 2008, Premio de la Crítica dels Escriptors Valencians 2008, Premio de creació literària del Interuniversitari de Filologia Valenciana 2008.

Sempre per  Atmosphere Libri è uscito un altro romanzo di un autore catalano, Jordi Cussà, Il ragazzo di Sarajevo, tradotto da Valentina Ripa. Un testo commovente e spietato sulle cicatrici indelebili che la guerra lascia sulle persone che la subiscono. Una cronaca di guerra dove l’inferno non si può dimenticare. La scoperta del mondo che conduce alla vita con dolore e speranza.

Il dodicesimo compleanno di Dusko è l’ultimo che trascorre a casa: la guerra dei Balcani entra nella sua vita. Figlio di quella Sarajevo che era miscela di etnie(immagine da http://www.amazon.it/libri/dp/8865640375) diverse, Dusko festeggia i suoi successivi compleanni in mezzo all’odio e alla vendetta. Ambientato durante la guerra tra Serbia, Croazia e Bosnia-Erzegovina, Il ragazzo di Sarajevo, al di là di un racconto di guerra, è la storia del profondo impatto che questa ha avuto su coloro che l’hanno vissuta. Come Dusko, che alla fine, quando la pace è apparentemente imposta e l’inferno spento, si rende conto di quanto egli sia una vittima collaterale di tutto ciò che è stata quella follia e, per riscattarsi da tutto ciò, diventerà un campione di pallacanestro in un’altra nazione, ma nulla sarà come prima.

Jordi Cussà (Berga, 1961) è uno scrittore, poeta, drammaturgo e regista catalano. Nel 2000 ha sorpreso pubblico e critica con il suo romanzo Cavalls salvatges. Ha pubblicato altri cinque romanzi, tra cui La serp (2001) e L’Alfil sacrificat (2002). Ha tradotto autori come Chuck Palahniuk, Truman Capote e John Boyne in catalano. El noi de Sarajevo (Il ragazzo di Sarajevo), pubblicato in Spagna nel 2010, ha vinto l’XI Premio dei lettori de l’Odissea, è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.

 

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