Smithology: da Clerks a Red State un’approfondita panoramica del cinema di Kevin Smith

di Fabio Migneco

 

(foto da http://cinema.it.msn.com/fnts/msn_cinema/immagini/330x250/1000x800px_LL_clerks_jason_mewes_kevin_smith_1994-20887211.jpg)Kevin Patrick Smith nasce il 2 agosto 1970 a Red Bank, New Jersey. E’ davvero molto fiero di essere un ragazzo del Jersey (del resto è in grande compagnia, da Springsteen a Bon Jovi) come si può vedere in tutti i suoi film. Il giovane Kevin ha due grandi passioni, strettamente legate tra loro: il cinema e i fumetti. Si diploma alla Henry Hudson Regional in Highlands, ovviamente nel New Jersey, nel 1989. Frequenta la scuola per la Ricerca Sociale sulla Scrittura Creativa, ma i genitori lo ritirano dopo essere stati informati che Kevin lancia palloncini pieni d’acqua dalla finestra. Si iscrive alla Vancouver Film School, che lascia dopo quattro mesi. Torna nel New Jersey dove inizia a lavorare in un negozio di articoli a poco prezzo, uno di quei minimarket di cui è piena l’America. Ispirato dal successo del film a basso budget di Richard Linklater, Slacker, contatta un suo ex compagno della Vancouver Film School, Scott Mosier, per realizzare il suo progetto. Insieme fondano la casa di produzione tuttora attiva View Askew. Cominciano a raccogliere i soldi necessari a girare il loro primo film, chiedono prestiti ai genitori, ad amici, Kevin vende la sua amata e ben notevole collezione di fumetti. Alla fine, con 27.000 dollari girano Clerks, le disavventure di due commessi, Dante e Randal, in una atipica giornata di lavoro nella quale accade di tutto.

Le riprese vengono effettuate per lo più di notte, nello stesso negozio dove Kevin lavora e durano tre settimane. Il film viene presentato al Sundance Film Festival ed è un grande successo, ottiene il premio come miglior Film maker. Mentre al Festival di Cannes, si porta a casa quello della Settimana della Critica. Il passaparola sul film è incessante e Smith trova subito un distributore per le sale, addirittura la Miramax Films dei fratelli Wenstein. Clerks ha in sé tutti gli elementi del cinema di Smith: pochi soldi e molte idee, nessun vezzo d’autore e grande ironia, elementi essenziali e dialoghi a raffica, spesso crudi, oltre che ottima musica in colonna sonora. Kevin inoltre scrive, dirige, monta e produce (ma non troverete mai scritto “un film di Kevin Smith”, bensì “una produzione View Askew”, poiché Kevin ritiene che i film non siano solo e soltanto del regista, ma frutto di un lavoro comune di molte persone) e interpreta il ruolo di Silent Bob, che insieme all’amico Jay (Jason Mewes, amico di gioventù del regista, che gli ha cucito addosso questo ruolo) spaccia erba stazionando di fronte ai negozi di Dante e Randal, sempre senza parlare tranne quando ritiene sia giusto farlo, al contrario dell’amico che non sta un attimo zitto. Smith ricompra la collezione di fumetti e inizia a lavorare al suo secondo film per la Universal.

Ma non andrà bene come col primo.

Mallrats (in Italia storpiato in Generazione X) viene, ingiustamente, snobbato da pubblico e critica, ma si rifarà poi con le vhs e i dvd (quelli dei suoi film sono(foto da http://ilcorsaronero.info/tor/23716/Generazione_X___Mallrats__Divx___Ita_Mp3__TnTVillage_org_) tutti curatissimi e ricchi di extra). Al di là della storia quasi banale, che vede Brodie e T.S. mollati in contemporanea dalle ragazze, una delle quali deve partecipare allo show tv del padre, show che i due con l’aiuto di Jay e Silent Bob ed altri amici vogliono sabotare, il film ha molti momenti buoni, diverte, e delinea sempre meglio l’universo che Smith ha in mente. Anche qui ci sono le stesse caratteristiche di Clerks, bianco e nero a parte, e in più cominciano i riferimenti ai film precedenti, altra cifra stilistica di tutte le opere di Smith. Cronologicamente il film si situa un giorno prima del precedente, lo capiamo dal personaggio di Julie Dwyer, di cui tutti parlano ma non si vede mai, morta nella piscina del Ymca la notte prima di Mallrats e il cui funerale è quello in cui fanno danni Dante e Randal in Clerks, il giorno dopo. Grazie al personaggio di Brodie, patito di fumetti, Smith parla più a fondo di un mondo che conosce bene, potendo vantare anche il piccolo ruolo di Stan Lee, guru della Marvel Comics, nei panni di se stesso. Degni di nota i titoli di testa, con artwork di alcuni dei più grandi disegnatori americani.

Collaborazione che continua anche due anni dopo, nel 1997, col terzo film del regista: Chasing Amy, In cerca di Amy. Ambientato nel mondo dei fumetti e delle comic convention è la storia di due creatori di un fumetto di successo, Holden e Banky (Ben Affleck e Jason Lee, comprimario e protagonista di Mallrats) che incontrano la bella collega Alyssa (Joey Lauren Adams). Holden se ne innamora senza sapere che è lesbica, quando ci si fidanzerà sarà Banky, dalle non risolte pulsioni omosessuali a rovinare tutto e Holden farà la cosa più stupida possibile. E’ forse il film più maturo di Smith, che non si discosta dal suo stile, ma realizza un film che è un piccolo gioiello nonché una commedia a sfondo sessuale esplicita ma non volgare, nonostante il linguaggio usato, né banale, che dice la sua sull’amore, le coppie, i gusti sessuali. Imperdibile il cameo di Jay e Silent Bob ai quali il fumetto del duo protagonista è ispirato, con Bob che si lancia in un lungo, inaspettato e saggio monologo che dà il titolo al film. Primo ruolo da protagonista assoluto per Ben Affleck, ora una delle star più richieste di Hollywood. Titoli di testa e disegni sparsi nel film di Mike Allred, creatore di Madman, che appare all’inizio nei panni di se stesso, e Joe Quesada e Jimmy Palmiotti, rispettivamente per Bluntman & Chronic, il fumetto di Banky e Holden e per Idiosyncratic routine, il fumetto di Alyssa. Questi primi tre film costituiscono la cosiddetta “trilogia del New Jersey”, anche se gli altri due non fanno eccezione.

(foto da http://www.spietati.it/z_scheda_film.asp?idFilm=2433)Nel 1999 esce il quarto film, il più personale e fantasioso di Kevin Smith: Dogma, che ha fatto tanto scalpore e scandalo in patria, mentre qui in Italia è uscito a distanza di quattro anni (nel 2003 per conto della Eagle Pictures). E’ la storia di Bartleby e Loki (Ben Affleck e Matt Damon), due angeli cacciati dal paradiso e relegati sulla Terra, che vogliono tornare a casa. Tutto quello che devono fare è arrivare a Red Bank, New Jersey, dove in una chiesa, varcatane la soglia, vengono perdonati tutti i peccati. Il piano è passarci dopo essere diventati umani e poi morire e finire nell’Eden, non prima però di aver fatto una strage di peccatori. Ma questo proverebbe la fallibilità divina, facendo crollare il mondo intero. A tentare di fermare i due c’è Bethany (Linda Fiorentino), ultima discendente di Cristo, chiamata in causa da Metatron (Alan Rickman) la voce di Dio. Insieme a lei, due profeti che non sanno di esserlo, Jay e Silent Bob, il tredicesimo apostolo Rufus (Chris Rock) e la musa Serendipity (Salma Hayek). Infine il regista occulto, il demone Azrael (Jason Lee). E poi, sorpresa: Dio è donna, ed è Alanis Morrissette, la famosa cantante e musicista. Il film è una parabola sui dubbi e sulla perdita della fede, una visione arguta sulla religione cattolica, con nulla di realmente blasfemo al suo interno. Ma nella falsamente puritana e perbenista America questo è bastato a sollevare un vespaio di polemiche. Inutili e dannose per lo stesso Smith che dichiara: “Tutto è pensato in chiave di farsa, senza intenzioni blasfeme, né voglia di offendere nessuno. Sono anch’io un cattolico e un appassionato lettore della Bibbia, come libro prima ancora che come testo sacro e non ho fatto altro che unire I dieci comandamenti, Guerre stellari e Romeo e Giulietta. Ma questo senso di aspettativa che si è creato è negativo perché poi la gente guarda e dice: tutto qui?”.

Qualche scena controcorrente c’è ma solo qualche persona bigotta potrebbe offendersi, ed è un peccato che in Italia sia uscito in sordina, perché è un film assolutamente originale e divertente, diverso da tutti gli altri. Eppure la Disney l’ha rifiutato, imponendo alla sottoposta Miramax di rinnegarlo e il film è stato distribuito dalla coraggiosa Lions Gate. Ha incassato bene in tutto il mondo, aumentando la fama di Smith, riportato in auge da Chasing Amy, ed è stato salutato da Entertainment Weekly come “uno dei 10 migliori film del 1999”. Alla fine dei titoli di coda di ogni film del regista c’era scritto “Jay e Silent Bob torneranno in” con l’annuncio del titolo del prossimo progetto. Dogma era scritto già alla fine di Clerks, ma Smith ha preferito aspettare il momento in cui avrebbe avuto più credibilità e soldi da investire in design e effetti speciali.

Altra previsione sbagliata è stata quella alla fine dello stesso Dogma: era stato annunciato un Clerks 2: Hardly Clerkin’, ma nel giro di due anni il film in cantiere è diventato l’avventura che vede protagonisti gli ormai cool Jay e Silent Bob, vere icone pop, un film richiesto a gran voce dai fan, ma che Smith giostra totalmente a suo modo, facendone il capitolo finale del View Askewniverse, come il cameo di Alanis Morrissette di nuovo nei panni di “Quella Donna” esplicita.

Nell’agosto 2001 arriva nei cinema Usa Jay and Silent Bob Strike Back (in Italia arriva per pochi giorni nel giugno 2002, col titolo di Jay e Silent Bob… fermate(foto da http://wallpapers-diq.com/it/36__Dogma,_1999,_Bud_Cort,_Alanis_Morissette.html) Hollywood e non fu nemmeno giocata come si deve la carta dell’home video, solo una vhs introvabile, mentre in patria un doppio dvd con più di 5 ore di extra), dove troviamo quasi tutti i personaggi dei primi tre film e un numero sterminato di attori famosi in ruoli di contorno. La trama: Dante e Randal fanno un ordine restrittivo per tenere lontani dai loro negozi Jay e Silent Bob che si sentono come senza casa. Ma la loro vita cambia quando Brodie gli fa sapere che la Miramax sta per girare un film tratto dal fumetto basato su di loro, Bluntman & Chronic. Così i due vanno da Holden per i diritti d’immagine, ma questo, che li ha venduti a Banky, può solo mostrargli le voci della gente su Internet. E non sono piacevoli. Per molti sarebbe un film inutile perché Jay e Silent Bob sono solo due coglioni completamente stonati. Così per fermare queste che per loro sono infamanti dicerie, i nostri eroi decidono di andare ad Hollywood per fermare le riprese del film. Incontreranno autostoppisti pronti a tutto, ladre di diamanti, ruberanno una scimmia e verranno creduti pericolosi terroristi da uno sceriffo federale idiota, porteranno scompiglio negli studi Miramax, fermeranno le dicerie ma non il film, accordandosi con Banky, ma soprattutto Jay troverà l’amore in Justice, una delle ladre. Nel cast Ben Affleck, Matt Damon, Jeff Anderson e Brian O’Halloran di nuovo nei panni di Randal e Dante, Shannon Elizabeth, Will Ferrell, Jason Lee, Sean William Scott, Gus Van Sant, Chris Rock, Wes Craven, Jason Biggs, James Van Der Beek e molti altri compresi Mark Hamill e Carrie Fisher (Luke e Leia negli storici episodi 4, 5 e 6 di Star Wars). Smith è ormai una personalità del cinema americano, pur restando fieramente e tenacemente un indipendente dell’industria, che non si piega più del dovuto agli studios.

Dopo aver visto Mallrats, dove c’è un dialogo tra Brodie e T.S. sulla vita sessuale di Superman e Lois Lane, gli executive della Warner diedero a Smith la sceneggiatura del progetto poi fallito Superman Lives, per il quale si vociferava come regista Tim Burton. Smith ha una sua libreria specializzata in fumetti, gadget e merchandising di ogni tipo, di altri e suoi, targati View Askew e distribuiti dalla Graphitti Design: film, poster, cd, t-shirt, gadget, comic book, libri, pupazzetti ecc. Il negozio si chiama Jay & Silent Bob’s Secret Stash ed è a Red Bank, ma tutto può essere acquistato on line.

Dopo essere stato fidanzato con Kimberly Loughran e con Joey Lauren Adams, si è sposato nell’aprile ‘99 con Jennifer Schwalbach, ex giornalista di Usa Today, con la quale ha avuto una figlia, Harley Quinn, nata nel giugno dello stesso anno. Il nome della piccola viene da un personaggio di Batman, una donna clown. Entrambe recitano nell’ultimo film di Smith, la mamma è Missy, una delle ladre di diamanti, la figlia è nel prologo, nei panni di Silent Bob da piccolo.

(foto da http://www.newemotion.it/gallery.php?ProdID=e-37&img=2)Jay e Silent Bob sono apparsi anche in videoclip musicali: Can’t even tell dei Soul Asylum, da Clerks; Build me up Buttercup dei The Goops, da Mallrats; Kick Some Ass degli Stroke 9 e Because I Got High di Afroman, entrambi dall’ultimo film di Smith. Ma anche in apparizioni guest star in film altrui, come Scream 3 di Wes Craven o Lucy you Love It, nonché nella serie a cartoni animati Clerks uncensored, composta da sei episodi, racchiusi in un doppio dvd. Dove il duo appare sia in versione animata che in carne ed ossa per introdurre ogni episodio, e dove tutti i personaggi del primo film sono stati doppiati dai rispettivi attori. Le storie poi non hanno niente da invidiare a cartoni ormai classici come I Simpsons, Futurama, Beavis and Butt – Head, South Park ecc.

Kevin Smith ha preso parte come intervistatore al DVD documentario Stan Lee mostri e meraviglie, ricco documento sul papà della Marvel, bissato anni dopo da Marvel Then and Now dove Smith in veste di moderatore mette a confronto Lee con Joe Quesada, disegnatore e editor della Marvel autore in anni recenti di non poche rivoluzioni all’interno della Casa delle Idee.

Smith ha persino riscritto alcune parti del film Le ragazze del Coyote Ugly anche se non molto della sua versione è finito in quella definitiva. I personaggi principali di Clerks, Dante e Randal, tornano anche nel cortometraggio girato per la televisione, The Flying Car, dove i due, intrappolati nel traffico cittadino ricordano un episodio de I Jetsons col medesimo titolo, partendo come al solito per la tangente in un botta e risposta delirante e irresistibile.

Nel 1992, come prima esperienza in assoluto girò il documentario Mae Day: The Crumbling of a Documentary. Ha aiutato John Pierson nella stesura del libro Spike, Mike, Slackers & Dyke, che Silent Bob legge in una scena di Mallrats.

I suoi cinque film preferiti di tutti i tempi sono: JFK (1991- Oliver Stone), Un uomo per tutte le stagioni (1966- Fred Zinneman), Lo Squalo (1975- Steven Spielberg), L’ultima tentazione di Cristo (1988- Martin Scorsese) e Fa la cosa giusta (1989- Spike Lee), ma senza un particolare ordine.

Ma è anche un accanito fan della saga di George Lucas, Star Wars, che cita nelle forme e nei modi più disparati in tutti i suoi film, fino ad avere un combattimento con spade laser tra lui nei panni di Silent Bob e Mark Hamill ovvero Luke Skywalker, nei panni di Cocknocker, un supercattivo da barzelletta, nel suo ultimo film, ma ce ne sono talmente tante che è impossibile citarle tutte quante.

Altra sua grande passione è l’hockey, sempre presente: in Clerks ci gioca Dante, che chiude il negozio per giocare una partita sul tetto dello stesso, in Mallrats Renè lascia Brodie perché non fa altro che giocare al videogioco dell’hockey col suo Sega, in Chasing Amy Holden e Alyssa si lasciano a una partita di hockey, in Dogma lo Stygian Triplet al soldo di Azrael porta pattini in linea e mazze da hockey. In Jay and Silent Bob Strike Back Randal porta la stessa maglietta da hockey con cui gioca in Clerks.

Citazioni anche per i film adolescenziali ambientati a Shermer, Illinois di John Hughes (città peraltro fittizia come scopriranno a loro spese Jay e Silent Bob) in Dogma: The Breakfast Club, Sixteen Candle e Pretty in Pink. E per i film di Spielberg in particolare proprio Lo Squalo. Anche il mondo musicale ovviamente è presente sotto forma di citazioni, come quelle di Barbra Streisand, Ice Cube o Morris Day & The Time, che appaiono nel finale dell’ultimo film.

In quasi tutti i film appare o si parla del negozio di Clerks, il Quick Stop dove lavora Dante, che esiste davvero e si trova a Leonardo, New Jersey, proprio accanto all’Rst Video, dove lavora Randal.

In tutti i film qualcuno o più di uno ha un cappellino da baseball sempre in testa (Randal, Banky, Silent Bob). Gli unici attori presenti in tutti e cinque i film sono Jason Mewes e Kevin Smith nei panni del duo di stoner più famoso del pianeta, il produttore Scott Mosier in vari ruoli minori e Brian O’Halloran, i cui personaggi di cognome fanno tutti Hicks come Dante, e forse sono fratelli. In tutti i film si parla di fumetti.

Ma Smith da qualche anno i fumetti li scrive anche e con ottimi risultati. Come quelli legati ai suoi film, che non sono adattamenti delle pellicole, ma vere e proprie nuove storie. Nell’albo Clerks vi sono tre storie: The comic book, Speciale vacanze e La scena tagliata (dalla sceneggiatura originale del film, ciò che Dante e Randal hanno realmente combinato al funerale di Julie Dwyer), nell’albo Bluntman & Chronic quattro storie “firmate” da Holden e Banky e con postfazione di Ben Affleck e Jason Lee, in Chasing Dogma ce n’è una lunga in quattro capitoli, dove viene mostrato ciò che Jay e Silent Bob hanno combinato tra il terzo e il quarto film, con qualche idea poi riciclata nel quinto e una prefazione di Alanis Morrissette. Tutte tre gli albi sono pubblicati in Italia dalla Lexy Press. Esiste un’altra breve storia con Jay e Silent Bob, pubblicata in America dalla Oni Press o inclusa in formato mini nel pupazzo di Jay, intitolata Il cane di Walt Flanagan, amico e caratterista nei suoi film.

Ma Kevin Smith ha anche coronato un sogno, lavorando per le due più grandi case editrici del fumetto mondiale, la Marvel e la D.C. Per la prima ha scritto(foto da http://www.zimbio.com/pictures/9D8NBJBNTaB/Red+State+National+Tour+Launch/tHqFGUPai4o/Kevin+Smith) Guardian Devil, Il diavolo custode, saga in otto parti che ha rivoluzionato l’universo di Devil, personaggio storico della Casa delle Idee, disegnata da Joe Quesada. In Italia la storia è pubblicata in un Oscar Mondadori.

Per la seconda ha scritto i primi 15 numeri della nuova serie di Green Arrow, disegnati da Phil Hester e Ande Parks, anche qui rivoluzionando il personaggio, la Play Press ha raccolto per i lettori italiani le storie in tre albi. Smith è poi tornato alla Marvel con un contratto di due anni per Spider-Man, del quale ha scritto per ora una miniserie in cinque parti intitolata The Evil That Men Do. Aveva di nuovo iniziato a scrivere per Devil, una miniserie intitolata The Target ma per vari motivi non andò mai oltre il primo numero. Devil al cinema è stato impersonato dal suo grande amico Ben Affleck e Smith ha avuto un cameo nel film.

Con la View Askew Smith ha anche prodotto tre film altrui: Drawing Files con Jason Lee, A Better Place e Vulgar, apprezzato da critica e pubblico al Toronto Film Festival.

Con i suoi film, oltre ai premi citati, Smith ha vinto numerosi premi a festival indipendenti, a Boston, Deaville, Las Vegas, agli Indipendent Spirit Awards, per Clerks, Chasing Amy e Dogma.

Agli Mtv Movie Awards del 1999 ha presentato con Ben Affleck la categoria “Best Kiss”, baciandosi con lui davanti al divertito pubblico.

Numerose le copertine, i programmi tv e i siti internet a lui dedicati (ma uno solo ufficiale: www.viewaskew.com con svariati link ad altri siti compreso quello della sua fumetteria), nonché alcuni documentari come Chasing Kevin, del 2000. Tra i libri An Askew View: The films of Kevin Smith, di John Muir. A volte realizza piccoli filmati per il Tonight Show (citato in Mallrats) di Jay Leno. La rivista di fumetti Wizard gli ha dedicato un numero monografico nell’agosto 2001.

Kevin Smith ha superato la boa del nuovo millennio con una certa fatica: il suo sesto film, Jersey Girl, interpretato da Ben Affleck, Jennifer Lopez, Liv Tyler, il compianto George Carlin, Jason Biggs e in piccoli ruoli, Lee e Damon fu ingiustamente bistrattato dalla critica e da una buona fetta di pubblico, con l’unica colpa di essere arrivato dopo il flop di Amore estremo e di risentire dei pettegolezzi fuori set riguardanti la love story tra Affleck e la Lopez, poi naufragata. Ma è stato un primo tentativo di raccontare storie differenti e più adulte, lontano per una volta dai soliti personaggi.

Ai quali ha fatto ritorno nel 2006 con Clerks II che invece è stato un trionfo sotto tutti i punti di vista, in primis perché non era per niente facile riuscire a girare un film che fosse nel solco del precedente senza snaturarlo e anzi, portando le vicende al livello successivo. Alla proiezione di mezzanotte al Festival di Cannes Smith e i suoi ottennero ben otto minuti di standing ovation e applausi mentre al botteghino Usa, ma in generale di quasi tutto il mondo, il pubblico rispose benissimo alle nuove disavventure di Dante e Randal, alle prese con un nuovo lavoro e con il fatidico passaggio all’età adulta. L’innesto di Rosario Dawson, sulla carta forzata, si è rivelato una delle tante scelte vincenti operate da Smith per un secondo capitolo assolutamente ispirato, fatto con l’esigenza di raccontare qualcosa e non solo per sfruttare il successo del predecessore.

Due anni dopo Smith lancia nelle sale Zack and Miri Make a Porno (uscito qui da noi solo quest’anno, con tre anni di ritardo e il titolo Zack e Miri amore a… primo sesso) che ha segnato la prima collaborazione con un cast del tutto inedito per il regista, a parte i soliti Jason Mewes e Jeff Anderson comunque in ruoli differenti dai soliti, di fatto mutuato dai film di Judd Apatow: Seth Rogen e Elizabeth Banks nei ruoli protagonisti e Craig Robinson, oltre alle star dell’hard (ormai ritiratesi) Traci Lords e Katie Morgan. Non nuovo come abbiamo visto alle controversie Smith ha qui dovuto faticare molto per convincere l’MPAA (l’organo che si occupa della censura nei film americani) a farsi dare la classificazione giusta senza tagliare più del dovuto. Nonostante la vena ispirata del regista e il connubio tra le situazioni piccanti e l’umorismo greve e la dolcezza della storia d’amore di fondo facciano del film una divertente commedia, Zack and Miri non è stata al box office la hit che tutti speravano (visto che gli altri film con Rogen avevano fatto quasi tutti incassi a tre cifre) un po’ anche per via di una campagna pubblicitaria penalizzante, con le tv che si rifiutavano di promuovere un film con la parola porno nel titolo. Il flop del film ha inizialmente portato a una leggera depressione il regista, che a 38 anni ha smesso con le sigarette (prima di Clerks non fumava) e ha iniziato con la marijuana, indeciso su quale direzione dare alla sua carriera. Inoltre il sodalizio con Harvey Weinstein, l’uomo a cui deve l’inizio della sua carriera e molto altro, si è incrinato a partire da qui, fino ad arrivare col tempo a una rottura, pare, definitiva.

Nel 2009 venne annunciato che Smith aveva firmato per dirigere una commedia poliziesca con Bruce Willis e Tracy Morgan, intitolata dapprima A Couple of Dicks scritta dai fratelli Cullen Brothers, poi A Couple of Cops e infine Cop Out. Il film, girato tra il giugno e l’agosto del 2009, uscito nel febbraio del 2010, è un omaggio ai buddy-cop movies degli anni ’80 ma privo del loro mordent e indeciso sul registro da adottare. Non hanno aiutato poi né la scarsa chimica tra i due protagonisti né i dissapori sul set con Willis, poco convinto del film, il primo in assoluto non scritto e solamente diretto da Smith, che nel cast non ha saputo fare a meno di inserire volti amici quali quelli di Jason Lee e Sean William Scott, capace di rubare la scena nelle sequenze in cui il suo personaggio, peraltro piuttosto inessenziale, appare.

Nel settembre del 2010 Smith ha battuto il primo ciak di Red State, il suo ultimo film finora, horror indipendente ed autofinanziato, scritto tre anni prima, ispirato alla chiesa battista di Westboro e al suo pastore omofobo Fred Phelps. Nel film recitano star del calibre di Michael Parks, John Goodman, Melissa Leo e Stephen Root. Smith ha adottato una politica del tutto inusuale per distribuire il suo piccolo film dal budget di 4 milioni di dollari, dicendo che avrebbe venduto la pellicola al distributor che avesse offerto la cifra più alta durante il dibattito dopo la proiezione di debutto al Sundance Film Festival (dove è tornato anni dopo Clerks e Chasing Amy) ma poi ha stupito tutti con l’annuncio che aveva già deciso da tempo con Jon Gordon di distribuirlo da soli con la loro etichetta Smodcast Pictures. Il film è stato distribuito tramite Video on Demand il primo settembre 2011 con l’appoggio della Lionsgate, dopo un tour che ha toccata svariate città americane e canadesi, nonché inglesi e qualcun’altra sparsa per il mondo, con il regista ad accompagnare il film sera dopo sera e a presenziare ai dibattiti dopo ogni proiezione, è stato distribuito nelle sale di nuovo per una sola notte il 25 settembre (sempre grazie a Smodcast Pictures), e il 18 ottobre uscirà in dvd e blu-ray ma continuerà il suo tour in cinema di piccola e media grandezza per tutto il 2011 e oltre. Fa tutto parte del progetto del regista di riportare la distribuzione a livelli più umani ed accessibili, quando distribuire un film non costava quattro volte tanto quanto il film stesso.

Il regista ha anche annunciato che il prossimo film che girerà sarà l’ultimo della sua carriera. Scritto e diretto da lui sarà un misto di commedia e dramma ambientato nel mondo dell’hockey (sua grande passione che da qualche anno è tornato a praticare in tornei a scopo benefico, entrando in contatto con Waybe Gretzky, leggenda del settore), basato sulla canzone di Warren Zevon, scritta insieme a Mitch Albom, che lavorerà insieme a Smith al film. Deciso a fare di Hit Somebody il suo ultimo film Smith ha più volte dichiarato che continuerà a raccontare storie attraverso altri media. Lo scorso agosto ha annunciate che poiché lo script gli ha preso la mano il film verrà diviso in due parti, intitolate Hit Somebody: Home e Hit Somebody: Away con una uscita prevista per la fine del 2012.

Smith ha più volte dichiarato che si sta finalmente reinventando come artista, e chiama questo processo “Kevin Smith 2.0”, una forma mentis che lo ha portato a perdere 70 lb (anche in seguito all’incidente con la Southwest Airlines, che lo fece scendere da un aereo perché troppo grasso secondo la politica della compagnia, con una mossa poco furba e oltretutto immotivata in realtà, come spiegato da Smith in tutte le salse sui suoi siti oltre che su youtube e twitter; e che lo portò per diversi giorni in cima alle headlines dei notiziari di tutto il mondo, cartacei o on line, finché non venne scalzato da Tiger Woods e dai suoi tradimenti), a ottenere un meritato successo di critica e pubblico con Red State e a firmare per un libro inedito, un talk show televisivo per il quale ha registrato diverse puntate pilota e a creare un impero online con i suoi numerosi podcast show, che spesso porta in giro live, e una stazione radio via web dalla quale trasmette quotidianamente i suoi programmi.

Negli ultimi anni infatti, dal 2005 in poi, ma in particolare da un paio di anni a questa parte, Smith ha intensificato i progetti collaterali con i quali ha espanso in maniera significativa il suo universo narrativo e la sua dimensione di uomo di spettacolo. Ha dato alle stampe tre libri: Silent Bob Speaks (raccolta di articoli per varie riviste scritti negli anni precedent), My Boring Ass Life: The Uncomfortably Candid Diary of Kevin Smith (una selezione dei migliori post del suo blog, tra cui la toccante storia di Jason Mewes e della sua dipendenza dalle droghe poi vinta) e Shootin’ the Sh*t with Kevin Smith (una sorta di best of di Smodcast il primo dei suoi tanti podcast, col partner di sempre Scott Mosier). Ha continuato con successo le sue incursioni nel mondo del fumetto, scrivendo le miniserie Batman: Cacofonia (disegnata dall’amico Walt Flanagan che conosce da quando erano ragazzini e che lo iniziò al fumetto d’autore) e Batman: Spirale crescente (sempre con Flanagan, entrambe le serie sono pubblicate in Italia dalla Planeta DeAgostini) e Green Hornet (per le matite di Jonathan Lau, tratta dalla sceneggiatura che scrisse per il film sul calabrone che avrebbe dovuto dirigere e poi declinò anni fa, lasciando il timone in mano a Seth Rogen che ne ha riscritto le origini in versione commedia affidandosi alla regia di Michel Gondry). Nei prossimi mesi uscirà in America la miniseria tratta da un altro vecchio script poi abbandonato, quello per L’uomo da sei milioni di dollari.

Come attore Smith ha dimostrato di possedere doti di caratterista assolutamente convincenti anche quando è alle prese col dialogo, comparendo negli ultimi anni in svariati film, serie e programmi tv, come Degrassi: The Next Generation insieme a Mewes, Sucks Less With Kevin Smith per Mtv, i cartoon Doogal, Duck Dodgers e TMNT come doppiatore, il programma di recensioni cinematografiche Ebert & Roeper, dove per un breve periodo sostituì Roger Ebert, Reaper del quale ha diretto l’episodio pilota, Catch and Release (in Italia Tutte le cose che non sai di lui) dove recita al fianco di Jennifer Garner, Live Free or Die Hard (Die Hard Vivere o Morire, quarto episodio delle avventure di John McClane dove ha conosciuto il suo idolo di gioventù Bruce Willis), nei panni di Warlock, geniale hacker, o ancora in Southland Tales dell’amico Richard Kelly, regista del cult Donnie Darko; Bottoms Up dove è uno degli amici del protagonista, Jason Mewes, coinvolto in una romance con la protagonista Paris Hilton e particine, anche nei panni di sé stesso in Joey, Law & OrderYes, Dear e Veronica Mars.

Restano leggendari i suoi dvd con le serate dove risponde dal vivo alle domande del pubblico, cosa che fa da sempre, spesso con veri e propri tour. Finora ne ha registrati e pubblicati quattro: An Evening with Kevin Smith, An Evening with Kevin Smith 2: Evening Harder, Sold Out: A Threevening with Kevin Smith e Kevin Smith: Too Fat for 40 trasmesso da epix il 23 Ottobre 2010 e di prossima uscita in home video.

Di recente Smith, nel suo portare in giro per Festival Red State (dopo il Sundance ci sono stati Toronto, Cannes, Locarno e molti altri) è approdato anche in Italia, per il Taormina Film Festival dove ha proiettato il film con successo e si è concesso ai fan come nessun altro tra i partecipanti alla kermesse.

(foto da http://en.wikipedia.org/wiki/File:3.4.11KevinSmithByLuigiNovi1.png)Ma il suo vero interesse è ormai nella Rete: sin dal 1994, quindi da ben prima che Internet conoscesse la diffusione che poi ha avuto Smith ha avuto l’intelligenza e la lungimiranza di creare attraverso il web una piattaforma per i suoi fan perfettamente attiva e costantemente aggiornata, che facesse da punto d’incontro tra lui e i suoi spettatori e tra gli spettatori stessi. Col passare del tempo i siti si sono moltiplicati fino a raggiungere la forma di quel piccolo impero di intrattenimento telematico che è ora. Basta fare un salto su sirmon.com ed avere a disposizione ore ed ore di podcast gratis, nei quali Smith e tutta la sua gang al gran completo (nomi, volti e voci ormai familiari ad ogni vero fan che si rispetti) discutono di tutti gli argomenti possibili e immaginabili, veri o di fantasia, con la consueta ironia e lucidità, nonché con la naturalezza e il gusto per la parola e la narrazione che da sempre contraddistinguono il suo cinema e più in generale le sue storie. Non solo podcast comunque, se conoscevate già Kevin Smith o lo conoscevate solo in parte, potete aggiungere il suo profilo al vostro via Facebook (dov’è meno attivo) o, meglio, via Twitter (dove quotidianamente scrive dozzine di messaggi e tempo addietro fece anche una maratona di 24 ore non-stop nelle quali rispondeva a ogni singola domanda) ed entrerete nel mondo di un autore che da oltre tre lustri a questa parte non smette mai di stupire e far parlare di sé.

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