GLI EQUILIBRISTI (Italia 2012 – Ivano De Matteo)

di Fabio Migneco

( immagine da http://www.radiocinema.it/web/wp-content/uploads/2012/08/Gli-equilibristi.jpg )Alla terza regia dopo l’interessante ma scombinato Ultimo Stadio (unica sua pellicola dov’era anche attore) e soprattutto dopo il sorprendente La Bella Gente, osannato in Francia – e non solo – e scandalosamente abbandonato a sé stesso dall’italica distribuzione, Ivano De Matteo, bella faccia da duro capace di caratterizzazioni che restano impresse (Fischio in Velocità Massima, il Puma nella serie Romanzo Criminale per dire le più famose), fa ancora una volta centro. Con un film per una volta lontano dagli stereotipi e dalle leggerezze di molto cinema, completamente scollegato dalla realtà, che ritrae i suoi protagonisti sempre pieni di soldi, in case da sogno, sorridenti e finti come nel peggiore degli spot, anche quando non dovrebbero esserlo, almeno stando alle storie che li vedono protagonisti. Gli Equilibristi affonda le sue radici nel tessuto quotidiano della gente comune dei nostri giorni. Poveri cristi per i quali anche una separazione è un lusso troppo grande. E lo fa raccontandoci la deriva di un capofamiglia tragicamente impossibilitato a fare ciò che più vorrebbe, non far mancare nulla ai suoi cari, e che perde man mano tutto per poi tornare a risalire o, quantomeno, a reagire, e a far girare una ruota che forse si era inceppata.

Duro e sincero nel suo raccontare, De Matteo non dimentica però quell’ironia sorniona e malinconica propria della romanità, calibrandola bene nella sua coesistenza con i molti momenti di dramma.

Come regista cresce bene, il film è ricco di soluzioni visive eleganti e ricercate, senza essere mai troppo complesse né insistite. Sa muovere la macchina da presa e dirigere bene gli attori, molti dei quali suoi amici da decenni, come Rolando Ravello o lo stesso Mastandrea, uniti a belle scelte di casting come Casagrande in un ruolo diverso dal solito, o la giovane figlia rockettara. Valerio Mastandrea dà ancora una volta una prova molto buona del suo talento nel recitare di sottrazione, con pochi tocchi, fino alla deriva del suo personaggio nella seconda metà del film. Forse non è la sua prova migliore di sempre, come qualcuno ha scritto, ma senz’altro è una di quelle di cui può considerarsi a ragione più che soddisfatto.

L’intelligenza nello scegliere copioni e progetti non lo abbandona quasi mai ormai da anni, purtroppo la distribuzione lo penalizza un po’ (nel giro di un mese o poco più avrà in sala tre film, girati in tempi ben diversi, magari con la speranza di poterli seguire in uscite diversificate e con più calma e non di bruciarli così). Vedremo gli altri film. Di sicuro questo meritava gli applausi a Venezia, le decine di critiche positive e meriterebbe che se ne parlasse di più e venisse preso a esempio di come si possa raccontare l’oggi con sincerità ed equilibrio appunto (e credo che il titolo del film possa essere letto anche in questo senso).

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked (required)

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>