“A Violet pine could be a part of you”. GIRL: il debutto dei A Violet Pine

di Marta Salini

A Violet Pine presentano il loro disco d’esordio, Girl: una prospettiva di dieci tracce che rispecchia musicalmente la sospensione emotiva dell’essere umano.  Su una tela post-rock il trio italiano dipinge, attraverso sonorità elettroniche, suggestioni evocative in stile Massive Attack.

La copertina dell’album, un’istantanea tratta dal videoclip Girl, è di forte impatto: una strada di sabbia, un uomo seduto di spalle, nella mano un orologio da taschino, il nome della band che campeggia nella rovina del quadro. Già dalla cover si intuisce un particolare ambiente sonoro: realtà o mondo onirico?

L’album si apre sulle note angoscianti di Pathetic che, insieme a Girl, avvolgono l’ascoltatore in un turbinio cupo e apparentemente privo di regolarità. La voce, tra canto e sospiro, crea con l’impasto strumentale una tinta nuvolosa e insolita. Even if it rains e And Then si dedicano a note più colorate ma l’uso dell’elettronica distorce l’ascolto mantenendo il filone enigmatico dell’album. Family, traccia di meritata sosta, combina riflessioni lungo le corde di chitarra e pianoforte sulle quali domina la linea vocale. Interessante il fondo sintetizzato, pioggia che cade e bicchieri di vetro suonati. Suoni e sfumature, in origine bip ritmato, crescono ed esplodono in 25 mg of Happiness, seguita da Sleep che utilizza lo stesso procedimento: un’intonazione tremolante e quasi stonata in netto contrasto con un finale frastornante.

Anche per Sam la voce, accompagnata da tasti bianchi e neri, è al limite della stonatura. Il ritmo, non invadente, tiene viva l’attenzione sul finale. Le note si allontanano, lasciando spazio alla musica elettronica . Echi umani concludono il brano.

Torna la pace con Fragile: una recitazione introduce l’oscurità del basso a sostegno della melodia ripetitiva sfumata nei toni più chiari della chitarra pulita. I tamburi tengono un tempo dritto su cui la voce continua nel suo racconto. Nell’ultimo minuto esplode in sonorità distorte e piene del rock. È l’epilogo dell’album poiché l’ultima traccia, Pop song for nice people, abbandona l’atmosfera cupamente onirica per tratti più cantabili e orecchiabili.

Per ulteriori info: http://avioletpine.blogspot.it/


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