ANTIGONE pìetas

 

dello Staff della Compagnia Ilaria Drago

Teatro Orologio in Roma
da venerdì 8 a domenica 17 febbraio 2013 tutte le sere ore 20.30 domenica ore 17.00

LA COMPAGNIA ILARIA DRAGO
presenta


ANTIGONE pìetas


primo movimento del progetto natura antigone 2011/2013
di
Ilaria Drago

testo, interpretazione, regia Ilaria Drago
musiche, sonorizzazioni, luci Marco Guidi
scena Mikulàš Rachlìk


“Un tiranno può fare e dire ciò che vuole, ma la gente no! Capisci? La gente soffre ogni giorno a capire come deve fare, a capire come andare avanti! Ubbidire, ridurre il tuo popolo in questa prostrazione, farlo arrancare, farlo strisciare giù al pari della miseria, questo ti basta? Questo davvero ti basta? Allora il problema non è la legge, Creonte, ma il potere!”

Antigone è la voce di chi non ha voce, è la pìetas che s’inginocchia ad accogliere ogni essere vivente come fratello e sorella, ad accogliere i barconi scrostati degli ultimi che arrivano a chiedere pane. Antigone da murata viva, dal chiuso del suo corpo buio, svela a sé e agli altri la forza di una possibile resurrezione che avviene soltanto attraverso il nudo di una rivoluzione personale. È dal buio in cui si trova Antigone che ha inizio il lavoro della Compagnia Ilaria Drago.

Lo spettacolo ci mostra Ilaria—Antigone all’interno di uno spazio-grotta, macerie metalliche di una città perduta, carcassa di sé dove lo spettatore si ritrova a condividere lo stato di paura viscerale di un sepolto vivo. Nell’antro buio Antigone prende coscienza della natura di quel gesto estratto da se stessa e lo fa divenire radice profonda su cui fare crescere la sua rivoluzione: “un coraggio d’amore, ora lo so, è con questo che ho sepolto Polinice!”

Nell’architettura scenica realizzata da Mikulàš Rachlìk Ilaria Drago si muove nel buio esistenziale di Antigone, assumendo su di sé il corpo di lei e il suo esperire, con fiducia “solo in quella luce che s’accende dove maggiore è l’oscurità, facendo di essa un cuore”.

Antigone sfida il potere di Creonte “non sono un animale, non sono ancora morta e di sicuro non mi ucciderai tu!”, mostrando se stessa e la sua forza nuda, la sua sacralità di donna e di essere vivente, un essere che non si arrende e che non lascia nessuno indietro “te lo prometto Polinice, farò qualcosa di me, qualcosa di buono!”, e a farla navigare fuori dal buio uno scheletro di nave che costruirà da quelle macerie ferrigne che l’avevano accolta quand’era scivolata giù “nell’inferno che non è neppure ancora fatto di morti, ma solo d’ombre di ombre.”.

ORGANIZZAZIONE Katia Caselli

Cell. 339/8577434

e.mail: kate_caselli@hotmail.it

 

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