Conversando con i tanti mondi dei culturalismi…

di Francesco Bordi

Affrontando l’analisi dell’Incantesimo dei tanti mondi temevo di imbattermi in una di quelle monografie dense di cliché delle nuove “multiculture”. Paventavo quindi le espressioni quasi buoniste che invitano all’apertura mentale d’ufficio, alla comprensione di altri sistemi di vita magari attraverso la consumazione di un kebab, oppure di baozi cinesi, o ancora mi prefiguravo le ormai classiche esortazioni ai viaggi tesi all’incontro costruttivo con l’ “altro” Paese. Si tratta di una serie di consigli più o meno sinceri che nella maggior parte dei casi rimangono solo su carta (o su schermo) con il fine di adempire  alla missione “multiculturale” che tanto va di moda negli ultimi anni come risposta alla molte esigenze di un pubblico che sta ampliando i suoi interessi, anche se in maniera non omogenea. Il risultato qual è? La creazione ed il supporto di un movimento di globalizzazione mascherato da multiculturalismo. Vale a dire che tutti in più parti del mondo vanno professando gli stessi approcci verso le medesime culture e per di più nella stessa maniera.

L'incantesimo dei tanti mondi (da www.multiculturalismi.it)L’incantesimo dei tanti mondi è, finalmente, un libro che tratta davvero di multiculturalismo. La struttura stessa della monografia in questione richiama una fruizione già di per sé differente dagli usuali scritti affini. Il testo è il risultato delle Conversazioni con Vincenza Parma, Generale di Brigata aerea con un vissuto nell’ambito delle missioni umanitarie internazionali davvero degno di nota. Queste conversazioni si sviluppano attraverso tre dimensioni: l’intervista vera e propria che la giornalista ed autrice Ornella Rota conduce sapientemente assieme al suo ospite, seguono poi le composizioni musicali di sette autori internazionali decisamente imbevuti della capacità di valicare culture e spazi, giungendo poi alla dimensione grafica rappresentata dall’autore Herman Vahraimian che con le sue illustrazioni al termine di ogni capitolo sottolinea alcuni aspetti affrontati nel corso della lettura.

L’incantesimo si presenta in effetti come tale: un racconto di esperienze vissute a contatto con tanti e differenti tipi di culture nelle parole e negli occhi di un uomo che con molta umiltà e con un costante lavoro su se stesso è riuscito davvero a vincere le barriere del razzismo e le fossilizzazioni personali. Le evocazioni delle missioni in Africa come nel Vicino ed Estremo Oriente, la magica atmosfera descritta nel nominare il deserto con tutte le valenze metafisiche che può comportare quel peculiare mare di sabbia senza riferimenti e senza tempo, l’astrazione che è in grado di comportare il fare o ricevere un massaggio da coloro che possono comunicare tantissimo solo con le dita delle mani: sono tutte realtà di un incantesimo senza fine. I tanti mondi non finiscono. Ce lo ricorda la sapiente dialettica di Ornella Rota e Vincenzo Parma, talmente abili nel palleggiare il pallone della cultura da risultare perfettamente complementari. A volte si ha la sensazione di non sapere più chi è che pone le domande e chi è che risponde: insegnano mentre domandano. Si tratta quasi di un binomio del tipo Mogol – Battisti, o forse più maliziosamente del gatto & la volpe, in ogni caso è un’accoppiata vincente. Quanto all’aspetto sonoro, suggeriamo l’ascolto delle musiche presenti nel CD correlato al libro nel corso della lettura degli ultimi capitoli. Leggere le notizie e le tematiche dei compositori mentre in sottofondo suonano le loro creature può davvero aiutare a giungere ad una maggiore comprensione del testo ma più significativamente dell’argomento trattato. In questo tripudio di “meta-lettura” in cui lettere, immagini e suoni prendono per mano il lettore portandolo al di là ed al di qua delle proprie barriere, senza peraltro giungere mai in un posto fisso, la posizione molto personale del Generale Parma può a volte risultare stonata. Certe esperienze e certi aneddoti potrebbero sembrare fuori luogo al pubblico dei fruitori dei tanti mondi. Tuttavia i TANTI mondi iniziano proprio dal mio mondo, dal tuo. L’approccio umile e personale del Signor Vincenzo, se ben inteso, può davvero introdurre i lettori in altre dimensioni molto vicine, basta saper guardare bene. A tal proposito non è possibile non citare la “chicca” del testo vale a dire la prefazione, che ci introduce appunto all’Incantesimo, di Rania Hammad: intellettuale palestinese che raccoglie testimonianze israeliane per la pace, formatasi a Roma e sposata con un Americano.

Il testo non finisce dopo la lettura, continua nelle riflessioni e nei propositi di un approccio più schietto all'”altro”. Il messaggio c’è ed è davvero convincete.

Rota, Ornella, “L’incantesimo dei tanti mondi” – Conversazioni con Vincenzo Parma, Roma, Suono / Variedeventuali, 2010.

Per maggiori info sull’autrice è possibile visitare il sito: http://www.multiculturalismo.it/

Per la distribuzione web circa l’acquisto: www.suono.it/incantesimo.php

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