Dialogando con i Begli Amici. Intervista a Cristiano Sabbatini, Bel-Ami Edizioni

 

di Francesco Bordi

 

 

Francesco Bordi: Cristiano Sabbatini, Amministratore Unico di Bel-Ami Edizioni, ma anche Direttore Amministrativo e Commerciale… Benvenuto!

Cristiano Sabbatini: Grazie.

F.B.: Partiamo subito dicendo che Cristiano non è una figura sconosciuta a Culturalismi.com, essendo io da tempo un suo collaboratore ed essendo lui il primo dei nostri sostenitori. Ciononostante sono convinto che riusciremo a scambiarci un interessante botta e risposta per gli utenti del nostro sito. Innanzitutto la domanda delle domande… Perché “Bel-Ami Edizioni”?

C.S.: La denominazione sociale della casa editrice trae ispirazione dal celebre romanzo di Maupassant e dal percorso realizzato dal suo personaggio principale che, con metodi a dir poco discutibili, riesce a perseguire una scalata sociale inarrestabile. La filosofia aziendale della Bel-Ami Edizioni è ovviamente più trasparente rispetto alla filosofia di vita del protagonista ma, il fatto di essere partito da zero con l’obiettivo di entrare un giorno a far parte del mercato editoriale, resta comunque un concetto pertinente.

F.B.: Il percorso che ti ha portato alla fondazione della casa editrice è espresso piuttosto bene sul sito istituzionale, ma vorrei insistere su alcuni passaggi. Ad esempio… Come ti è venuto in mente di avventurarti nel mondo editoriale oggi, con tutte le difficoltà che questo ambiente comporta? Tu, che poi provieni dal mondo della giurisprudenza e delle scienze politiche.

Cristiano Sabbatini C.S.: Adoro i libri ma ancor di più il mondo che dietro i libri si nasconde. L’editoria ha sempre sollecitato in me un certo senso di “fame”, al pari di quella avvertita dal protagonista dell’omonimo romanzo di Knut Hamsun, tanto che nel 2005 – anno in cui diedi avvio al progetto con la costituzione del Circolo letterario Bel-Ami – decisi di mostrare a me stesso le carte degli Imprevisti e delle Probabilità che un tale progetto avrebbe comportato. Vinsero le Probabilità.

F.B: Quanto della tua formazione devi, in tutta sincerità, alle Edizioni Socrates?

C.S.: La mia formazione professionale è fortemente legata alla Edizioni Socrates e in particolare alla titolare, Louise Read, la quale ha sempre sostenuto un’editoria di stampo “classico”. Da lei ho imparato a non scendere a compromessi, dando la precedenza alla qualità piuttosto che al guadagno e, soprattutto, ho imparato che fare gli editori sulle tasche degli autori è scorretto e demotivante.

In questo discorso come si pone la questione del Progetto Bel-Ami e successivamente del Circolo Culturale Bel-Ami?

C.S.: Dopo diversi anni di frequentazione della Edizioni Socrates, nel 2005 avviai il Progetto Bel-Ami dando vita prima al Circolo letterario Bel-Ami, grazie al quale ho conosciuto i miei attuali soci, e successivamente alla Bel-Ami Edizioni.

So bene che proprio all’epoca dei primissimi anni del circolo avevi fondato una rivista gratuita, il Pendolo. È ancora in corso?

C.S.: Grazie a un progetto di base atipico e consolidato, al prezioso contributo di persone come Ludovica Colussi (attuale Direttore Editoriale) e alla sua Redazione, Il Pendolo è sempre attivo e dotato di un forte dinamismo. Al momento viaggia sul web (www.ilpendolo.info) ma il mio desiderio di trasformarlo un giorno in una rivista cartacea è più vivo che mai.

Intendi dar vita ad un’altra rivista nel prossimo futuro?

C.S.: Ho in mente numerosi progetti editoriali e non è da escludere in futuro la realizzazione di una nuova rivista, diversa da Il Pendolo nei contenuti ma identica nella qualità e nel livello dei propri redattori.

F.B.: Ci potresti cortesemente spiegare come hai fatto, a capo di una casa editrice di appena 2 anni, ad essere presente alla “Fiera della piccola e media editoria”di Roma l’anno scorso (tra l’altro so bene che ci sei anche quest’anno), nonché a ricavarti un tuo spazio alla fiera del Cairo e alla Istanbul Book Fair pochissimi giorni fa?

C.S.: Comune denominatore di ogni progetto che ho realizzato negli anni è stata la costante presenza di persone che mi hanno dato fiducia e hanno creduto nel mio modo di lavorare: siamo entrati alla Fiera grazie alla Edizioni Socrates, con la quale dividiamo lo stand e abbiamo partecipato alle Fiere del Cairo, Mosca e Istanbul grazie al Centro per la Promozione del Libro, un’associazione culturale con sede a Roma.

F.B.: Quanta importanza dai ai frequenti appuntamenti sparsi per tutto lo Stivale che in alcuni casi vedono la Bel-Ami in qualità struttura organizzante o comunque, in altri casi, uno degli editori in prima fila? Conta di più un’assidua presenza sul territorio oppure un catalogo piuttosto diversificato come di fatto si configura il vostro?

C.S.: Partecipare a fiere, festival, presentazioni e iniziative che coinvolgono i professionisti dell’editoria è fondamentale per esportare il proprio marchio, accompagnando la diffusione della cultura al contatto umano (che molto spesso vale più della vendita in sé). Avere un catalogo diversificato è importante ma non quanto essere presenti.

F.B.:Sei sicuramente al corrente che molti dei lettori di Culturalismi.com hanno il medesimo sogno nel cassetto: aprire una casa editrice. Quali passi ti senti di consigliare oggi, nel novembre del 2010, a questi “idealisti”?

C.S.: La ricetta è semplice: servono almeno due persone, un amministrativo e un letterato (le figure non devono mai coincidere); parecchia gavetta; idee chiare sul target e gli obiettivi da raggiungere; un pizzico di danaro; cuocere a fuoco lento. Soprattutto, mai partire senza aver pianificato tutto (ruoli compresi).

F.B.: Veniamo ora alla più classica delle domande. Lo sai… Beatles o Rolling Stones, Real Madrid o Barcellona, Roma o Lazio, I Simpson o i Griffin e dunque… Casa editrice a pagamento oppure no? Uno scrittore/una scrittrice esordiente che dovrebbe fare?

C.S.: Pagare per pubblicare è illogico e declassante per un autore a meno che non sia sua intenzione far arricchire, a proprie spese, tipografie che si spacciano per case editrici. Per essere pubblicati oggi da una “vera” casa editrice, non basta avere un buon manoscritto ma c’è bisogno di idee sempre nuove per far sì che quel testo venga letto (sembra banale ma non lo è) e venga preferito ad altri. Serve ambizione, serve fantasia e serve partecipare a festival, concorsi, presentazioni e qualsiasi iniziativa culturale di livello che permetta di conoscere e farsi conoscere.

Progetti per il futuro (come dicono quelli bravi)?

C.S.: Vorrei partecipare a un corso accelerato di ubiquità.

OK. In qualità di cofondatore di Culturalismi.com e di collaboratore del nostro ospite, ringrazio il Dottor Cristiano Sabbatini della Bel-Ami Edizioni per il tempo che ci ha dedicato. Grazie Cris! Buona giornata e buon lavoro!

C.S.: Grazie a te, al tuo socio e in bocca al lupo per il vostro progetto.

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