Mystica

di Ornella Rota

la cantante e attrice Radhoua Abdallah, protagonista del concerto “Mystica”TUNISI. Si snoda lungo due linee portanti  Mystica, speciale concerto/spettacolo che debutterà entro inizio estate a Tunisi per proseguire poi verso vari festival anche europei. Da un lato l’invito ad ascendere alla dimensione del meditare e del meditare, a cercare l’ebbrezza della purificazione. Dall’altro la memoria di personaggi quali Didone, la Kahena, Saida Manoubia, Aziza Othmana e tante altre donne che, insieme con tanti uomini, sono state antesignane della Tunisia di oggi (primo paese nel mondo arabo e musulmano a inserire nella Costituzione i principi della laicità dello Stato e dell’uguaglianza fra i generi).

“In scena”, racconta Naoufel Ben Aissa direttore dell’orchestra, “si susseguono opere del patrimonio rituale tunisino, affiancate da brani marocchini ispirati ai motivi più popolari della locale tradizione sufi. Immagine e suono interagiscono scorrendo in armonia. Luce, oscurità, ombra e penombra si propongono come elementi costituivi dei vari momenti musicali, incentivando interpreti e spettatori alla (ri)scoperta della dimensione mistica”.

Violinista, compositore e musicologo (con un dottorato conseguito alla Sorbona), figlio del celebre violinista Abdessatar Ben Aïssa e docente all’Istituto Superiore di musica di Tunisi, nonché direttore stabile de l’Ensemble orchestral de la Ville de Tunis, Naoufel ha curato l’intero impianto musicale di Mystica, sia provvedendo agli arrangiamenti che creando nuove canzoni (Ghannit, Ho cantato, e Khamratoul Ochchak , Ubriachezza, testo di Chedly Gerwachi) e parti strumentali (Tawid, Unicità) e Jamalou Selma (Bellezza di Selma, per liuto orientale orchestra). Fra le sue precedenti opere ci sono Hikayat Gharam (Histoire d’amour) e le musiche della commedia Le Maréchal (versione tunisina de Le Bourgeois gentilhomme di Molière).

Anche il concerto/spettacolo Mystica è stato ideato da Naoufel, in collaborazione con la cantatrice Radhoua Abdallah. Studiosa di musica popolare e diplomata presso l’Istituto superiore di musica di Tunisi, Radhoua è unica donna in scena oltre che protagonista assoluta: le fanno corona un coro maschile e un’orchestra di solisti. Evoca miti, leggende, storia, vicende, personaggi. Intanto Didone o Elissa regina fenicia fondatrice di Cartagine e precedentemente di Tiro. Poi la Kahena o la Giovanna d’Arco berbera, misteriosa guerriera che tra il VI e VII secolo si oppose alla conquista araba e accettò di andare sposa a un principe musulmano solamente a condizione di poter continuare a disporre del suo destino e in particolare di poter chiedere il divorzio. Quindi Saida Manoubia, vissuta tra il XII e XIII, profonda conoscitrice del Corano e studiosa di scienze, teologia e giurisprudenza; virtuosa così tanto da meritare _ fatto rarissimo _ un racconto agiografico (Manâqib, Vite, virtù e prodigi della Santa) scritto dall’imam della moschea di La Manouba, concluse la sua vita assurgendo al vertice della Confraternita sufi la Chadhiliyya, ruolo che di fatto la poneva al di sopra degli imam. (I secoli tramandano che fu il fondatore di questa Confraternita, Abou Hassan al-Chadhili di cui Saida fu allieva, a introdurre l’uso del caffè in Tunisia: di ritorno da un viaggio a La Mecca infatti avrebbeil violinista e direttore d’orchestra Naoufel Ben Aissa, che ha coordinato e arrangiato le musiche di “Mystica” insegnato ai suoi allievi un decotto di pianta di caffè, per tenerli svegli durante gli esercizi spirituali notturni). Infine Aziza Othmana, anche lei vissuta nel XVII secolo, grande studiosa e soprattutto grande benefattrice; liberò tutti i suoi schiavi e dispose per testamento che i 90mila ettari di terreno agricolo di sua proprietà andassero _ in regime di habous, figura tipica del diritto islamico, in qualche modo associabile al nostro usufrutto _ a determinate organizzazioni caritatevoli le quali dovevano coltivarli per finanziare tutta una gamma di interventi  che andavano dalla dote alle ragazze più povere al potenziamento di un ospedale di Tunisi (che tuttora porta il suo nome).

La regia di Mystica è di Mohamed Driss, gran signore della scena tunisina, già fondatore del Teatro Nazionale e suo direttore per oltre vent’anni.

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