Sono molte le sorti che il Destino prepara …

di Ornella Rota


“Sono molte le sorti che il Destino prepara / e spesso gli Dèi compiono eventi inattesi:/ ciò che si riteneva possibile non accade/ e ciò che nessuno s’aspetta il Dio lo dona”  (Euripide, Oreste)

(immagine da http://blog.panorama.it/foto/2012/02/16/la-crisi-della-grecia-lungo-le-strade-di-atene/)ATENE. Eppure i greci ce la faranno. Dal 2009 il PIL ha perso il 16-18%, tasse maggiorate del 50% e costo dell’energia del 450%; salari e pensioni decurtati in media minima del 20%, suicidi aumentati del 45%, disoccupati la metà dei giovani sotto il 25 anni. Molti se ne vanno, in patria non vedendo futuro. Come si somigliano, i nostri Paesi.

Nei ristoranti del quartiere residenziale di Glyfada c’è gente solamente di venerdì e di sabato, e per non più di due sere a settimana sono aperti i locali che fino all’anno scorso abbracciavano le notti dei ragazzi di Atene. Compaiono cartelli di “affittasi” sui negozi chiusi; si fanno più numerose le persone che lasciano la capitale per trasferirsi in campagna dove la vita è meno cara e l’orto contribuisce; più famiglie si accordano per coabitare. Sui muri, le scritte politiche superano quelle amorose, e anche questo è un gran brutto segno.

Nelle elezioni del 2009, Nea Democratia e Pasok avevano, insieme, raccolto il 77% dei suffragi. Alternandosi o alleandosi, guidano la Grecia dagli anni ‘70. “Ci hanno ingannato, hanno sempre mentito” e “nessuno crede più a una sola parola delle loro promesse” sono i commenti più frequenti. Il timore di proteste con lanci di yogurt e di uova ha convinto ad evitare i comizi in piazza; la campagna elettorale si è svolta in circoli, saloni di hotel, case private. Dalle elezioni di oggi, 32 partiti in lizza, non uscirà maggioranza, salvo assoluti imprevisti. Alta percentuale di astensioni e successo delle formazioni minori sono previsioni unanimi. Non andranno a votare molti anziani (il 30% dei greci ha più di 65 anni), di solito fedeli alla coalizione al potere, e molti giovani (il 15% ha tra i 18 e i 29 anni): sono le categorie che soffrono di più, nelle quali dilaga l’opinione del “tanto sono tutti uguali”.

Le piccole formazioni influenzeranno il risultato delle urne e il suo evolversi. Alcuni gruppi radicali potrebbero superare la soglia del 3% ed entrare in(immagine da http://blog.panorama.it/foto/2012/02/16/la-crisi-della-grecia-lungo-le-strade-di-atene/) Parlamento. Un nome evoca spettri: Alba dorata, estrema destra con venature naziste. I suoi componenti si definiscono “nazionalisti, veri patrioti”, qualifica molto diffusa fra i boia europei. Uno dei punti fermi dell’agenda è minare le linee di frontiera della Grecia per sbarrare l’accesso ai clandestini, progetto che porta fino in fondo le istanze xenofobe del variegato populismo di destra. Il mese scorso, intanto, è stato aperto il primo centro di detenzione per immigrati illegali; altri dovrebbero sorgere, entro il 2013.

“I politici che vogliono davvero rivitalizzare il Paese devono smetterla di dire quel che le frange intolleranti pretendono di ascoltare”, dice Nicholas Nicolaidis, consulente di direzione d’impresa, esponente di Dimiourgia xana (Ricreare la Grecia), un partito nuovo il cui statuto richiama l’Umanesimo e l’Illuminismo, e nessuno dei cui fondatori ha finora fatto politica attiva. “Noi greci, non l’Europa né Merkel né altri, siamo i responsabili dell’attuale situazione, perché l’abbiamo accettata”, dice. Bella casa a Voula, sul mare; dalle grandi finestre entra la grande luce della Grecia – quegli speciali bagliori dorati che diventano percettibili vicino ai siti archeologici, a volte uno pensa che si potrebbe arrivare ai siti seguendo quella luce. Nicolaidis parla un ottimo italiano, come tanti in quest’angolo di Mediterraneo che incessantemente intreccia radici.  “Dalle urne non uscirà una maggioranza capace di continuare le riforme”, continua, “entro un anno ci saranno altre elezioni. Il riscatto potrebbe cominciare allora, finalmente con persone nuove. Le nuove generazioni hanno compreso che clientelismo e corruzione portano al baratro. Purtroppo glielo abbiamo fatto capire noi delle generazioni precedenti, sulla loro pelle”.

Come si somigliano, i nostri Paesi.

(immagine da http://blog.panorama.it/economia/2012/02/14/atene-si-prepara-al-governo-tecnico-e-leurogruppo-dovra-far-quadrare-i-conti/)Secondo Dimitra Ghiannakopoulou, biologa presso lo Stem Health Hellas  S.A, nocciolo del problema è l’incapacità di essere competitivi e lungimiranti. “Smantellare il reticolato della burocrazia, ridurre un apparato statale dove lavora più di un milione di persone (cioè un decimo della popolazione) non sono opzioni per vivere meglio, ma condizioni per continuare a esistere”, dice. Anche i meccanismi della ricerca scientifica andrebbero ripensati: oggi, ad esempio, solamente lo Stato può finanziare gli studi sulle staminali, nella realtà i soldi arrivano per l’85% in nero da multinazionali con sede in nord Europa. 

 “Dobbiamo cambiare in Europa e con l’Europa, dovessero prevalere i deliri del “partito della dracma” sarebbe la catastrofe”, riflette Alkiviades Kalabokis, cretese, dirigente esecutivo della Hellenic Foreign Trade Board. “Probabilmente soffriremo ancora per una decina di anni almeno”, prosegue, “poi la nuova generazione imporrà un modello di società basato su regole, istruzione, programmazione economica. Esportare dopo avere assicurato una produzione nazionale sufficiente, rivalutare l’agricoltura che adesso è in mano a lavoratori immigrati, valorizzare settori fondamentali come il turismo e l’export, diventare autosufficienti in materia di energia … sì, il risanamento passa attraverso un cambiamento antropologico prima che politico”.

La crisi come base per realizzare il nuovo. In greco antico, krisis significa scelta, decisione, giudizio, momento di svolta: include il concetto di problema e di superamento del problema.

Ce la faranno, i Greci.

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