TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI – Nel Giardino dei Fantasmi (La Tempesta 2012)

di Massimiliano Franchi

( immagine da http://www.latempesta.org/ )Non c’è modo indolore per ascoltare un album dei Tre Allegri Ragazzi Morti: ogni loro disco è una sfida interiore ad affrontare proprie paure e insicurezze, magari con la consapevolezza però di essere uniti in una collettività di persone che si sente rappresentata dalle maschere a forma di teschio, simbolo della band e dei suoi fan.
Così anche Nel Giardino dei Fantasmi è un cammino nel proprio passato non dimenticato, ma costante presenza nei propri giorni in forma ectoplasmica.
L’iniziale Come Mi Guardi Tu è una sorta di serenata dai ritmi africani, mentre I Cacciatori è il tragico racconto di un ragazzo scomparso a metà degli anni ’90 su sonorità a metà tra il dub e il rock  e Bugiardo è un’accusa diretta verso gli ipocriti di questa società con un sound alla Smiths. La Mia Vita Senza Te è una infinita dichiarazione rocksteady di amore e rassegnazione, dove il reaggae di Alle Anime Perse è un rasserenante canto di raccolta per tutti coloro che si sentono disperati e angosciati  e l’etnica marcia de La Fine del Giorno (Canto n°3) invita a lasciarsi alle spalle le delusioni per cominciare invece un nuovo percorso. Il punk rock de La Via di Casa è un’auto-riflessione su cosa non ci fa stare sereni, mentre i ritmi in terzine etno-rock di Bene Che Sia è una sorta di “m’ama-non-m’ama” con la propria vita ed E Poi Si Canta con il suo rocksteady invita a esorcizzare mali e gioie personali sotto forma di canzone. L’inno di protesta socio-politico de Il Nuovo Ordine è accompagnato da suoni e ritmi medio-orientali e precede la traccia finale in cui Davide Toffolo, al microfono e imbracciando la chitarra, si chiede Di Che Cosa Parla Veramente una Canzone?, sull’incedere della grancassa di Luca Masseroni e del basso dominante di Enrico Molteni, deducendo che alla fin fine una canzone parla di tutto e niente, rappresenta anzi la vita stessa.
Così il trio, che ci accompagna da quasi 20 anni ormai con la sua musica spensierata da cornice a testi pieni di malinconia ma anche speranza, sforna questo settimo album innovando ancora il proprio sound e, dopo l’esperimento reagge/dub del precedente, ricerca nelle ritmiche e melodie etniche di Africa, Medio-Oriente e Asia nuove sonorità da fondere alla loro matrice punk rock, per stupirsi e stupirci canzone dopo canzone e ricordarci che si può continuare a crescere pur lasciando che l’adolescente che è in noi ci porti equilibrio in una maturità che potrebbe risultare troppo seriosa e noiosa.

Per maggiori info:
http://www.treallegriragazzimorti.it
http://www.latempesta.org
https://www.youtube.com/watch?v=bpWhlzPdCDQ

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