I risultati delle vite passate confezionati oggi, su misura, da Orietta Cicchinelli. “Il karma in un paio di scarpe”, intervista con l’autrice

di Francesco Bordi  

Nel corso dell’ultima edizione di Più Libri un certo titolo faceva bella mostra di sé presso lo stand di Tuga Edizioni. Già avevo letto qualche notizia al riguardo nei giorni precedenti alla fiera dal momento che sono solito monitorare gli uffici stampa degli editori, soprattutto durante il periodo natalizio. Il titolo e la copertina mi avevano presto incuriosito: “Il karma in un paio di scarpe” di Orietta Cicchinelli.

 

Francesco Bordi – Innanzitutto ho apprezzato moltissimo la soluzione grafica a supporto del titolo e della storia. L’editore mi ha spiegato che la copertina è il risultato di un concorso. Bella l’idea ed ottima la resa, quasi fumettistica, che si pone a metà fra l’io romantico e l’orrore più cupo. C’è un detto che recita “Non si giudica un libro dalla copertina” mentre uno dei vari editori per cui ho lavorato sosteneva che la grafica di un titolo librario costituiva il trenta per cento del suo successo.

 

Qual è la sua posizione a questo riguardo? E come commenta la copertina che le sue Edizioni hanno proposto?

 

Orietta Cicchinelli – Ho sempre voluto disegni originali a illustrare i mei libri: “Il Karma” è il mio terzo lavoro. “La Madre”, il mio primo racconto (due edizioni e altrettante ristampe, selezionato dal Salone Internazionale del Libro di Torino per la Biblioteca delle Donne), infatti, ha una copertina disegnata da Martina Rossi, allora giovane artista della Scuola Romana dei Fumetti (SRF). Idem per il secondo romanzo: “Hijo de Puta-La parabola di un legionario” dove ho chiesto e avuto in dono da Massimo Rotundo (fumettista, illustratore e pittore, cofondatore della SRF) un’immagine da lui disegnata. 

 

 

F.B. – Il concetto orientale di KARMA ha accompagnato molteplici ambiti dell’umano vivere anche in Occidente, prima dal punto di vista filosofico e poi sociale fino a quando non è stato definitivamente sdoganato (nonché forzatamente declinato) a partire dagli anni ’70 ed ’80 quando ha cominciato le sue prime incursioni nel POPolare.

 

Nel suo romanzo, o meglio nella vicenda romanzata che ci presenta, veniamo a conoscenza dell’ascesa di un ex-camorrista iniziata proprio a causa di un paio di scarpe troppo grandi indossate da un bambino di umili origini ma dal grande orgoglio. Le derisioni, le umiliazioni, anche dal lato della docente, ed il trauma derivanti da questa soluzione dovuta all’impossibilità di avere delle scarpe proprie daranno vita ad una reazione di forte violenza e saranno dunque all’origine di quel lungo cammino nella malavita, un cammino che vedrà indossare parecchie calzature, belle di marca ed anche su misura, ma spesso sporcate dal sangue. L’elemento karmico qui è piuttosto “calzante”. Lei, Orietta, ha qualche episodio segnante della sua vita rapportabile al Karma? Uno degli esempi che spesso utilizzo personalmente è un mio antico rifiuto nel leggere i romanzi gialli fino ad una certa età. Oggi invece non solo li leggo, ma sono anche un autore di quel genere narrativo. Qual è il suo Karma invece?

 

O.C. – Bella domanda, alla quale è difficile rispondere… Le dirò che ho scritto (nel 2008) un romanzo che è un po’ l’emblema di quanto il “Karma” sia presente nella mia vita. Un esempio: l’incontro con il mio maestro e poi compagno di vita: il poeta e scrittore Vincenzo Cerami… Era il marzo del 2009 in quel di Rapallo: galeotto il festival Rai Cartoons on the bay e un’amica che ci presentò! Io lo rividi il giorno dopo sotto una palma che, perso nei suoi pensieri, fumava e guardava il mare. “Lo saluto o no?”, pensai. Sapevo che quel mio piccolo segno avrebbe cambiato la nostra vita… infatti, da lì diventammo subito inseparabili, tra fiumi di messaggi, sms, mail… Io avevo già letto tutti i suoi libri e visti i suoi film (da Piccolo Diavolo a La Tigre e la neve, La vita è bella…), ma non avevo alcun timore reverenziale nei suoi confronti. Lo trattavo come un interlocutore, come giornalisticamente si fa. Mentre tutti lo ossequiavano. Allora, caffè dopo caffè, lui mi chiese di fargli leggere qualcosa di mio. Con riluttanza, gli mandai i primi capitoli: il maestro me li rispediva con i suoi commenti da lettore (e anche da innamorato…). Questo per dire che solo dopo la morte di Vincenzo Cerami ho avuto il coraggio di pubblicare il mio primo racconto: La madre. Lui da sempre mi incoraggiava a scrivere di mia madre: a suo modo di vedere, dopo tutto quello che io gli avevo raccontato nel tempo, lei era un avvincente personaggio, degno di un romanzo. Mi diceva: “Un giorno ne scriverai!”. Così è stato… Sia Vincenzo che mia madre sono morti nel 2013… a distanza di pochi mesi. Il karma!

 

 

F.B. – Il suo romanzo è già giunto alla seconda ristampa. Mi sembra un buonissimo risultato. Lo stile che utilizza nel raccontarci la vicenda di Antonio, “La volpe di Nocera”, è quello della cronaca, perfettamente in linea con la sua professione giornalistica. Nel testo sono praticamente assenti i giudizi morali di quanto avviene fra gli anni ’70 ed oggi. Sono soprattutto i fatti a parlare, per quanto romanzati solo in alcune sfumature. Sarà poi il lettore a trarre le proprie conclusioni da questa finestra storica italiana.

 

Se lo stile è cronachistico, la scintilla narrativa è personale.

Questo testo nasce da un suo incontro con un ex-camorrista che si è raccontato. Il suo titolo “La madre”, invece, pubblicato sempre con Tuga Edizioni” è una vicenda autobiografica, mentre il suo lavoro del 2016 “Hijo de Puta – La parabola di un legionario” (MGC Edizioni) è il frutto di un incontro con un ex-appartenente alla legione spagnola.

 

Premesso che ogni autore mette un po’ di sé e del proprio vissuto in ciò che scrive, credo che nel suo caso gli “incontri” esistenziali siano fondamentali. Ha pensato o ha in cantiere qualche progetto di fantasia pura, sempre adattabile al suo stile, oppure aspettiamo un nuovo lavoro che scaturisca da una riflessione o da un altro incontro messo sotto i riflettori della narrazione?

O. C. – Mi piacciono molto i fantasy, soprattutto i classici: “Il Signore degli Anelli” su tutti… Ma preferisco scrivere di storie vere: mi appassionano le vicende umane. M’incuriosisce il vissuto che fa di un uomo (o di una donna) quell’Uomo (o quella Donna) lì! Non giudico e non schematizzo: “le etichette sono fatte per i vestiti e non per le persone”. Ma c’è un tema ricorrente e radicato nella storia di ogni personaggio da me raccontato. Un filo che li lega tutti: dalla Madre al Legionario passando per il Camorrista “dissociato ma non pentito”: ovvero, la SOLITUDINE. I miei protagonisti, come le comparse che finiscono immortalate dalla mia penna, sono tutti soli.

 

 

F.B. – Sono davvero in molti a dire che l’edizione di Più Libri Più Liberi dell’anno appena trascorso sia stata una delle migliori, se non la migliore, a partire dalla sua nascita. Certo, le critiche non mancano mai, tuttavia ho parlato con varie entità dai visitatori agli operatori professionali, dagli standisti agli appassionati del settore e devo dire che la maggior parte si è mostrata entusiasta di Plpl 2022. Lei che ne pensa? Qual è stata la sua sensazione nel visitare la Nuvola in occasione della rinnovata comparsa de “Il karma in un paio di scarpe” fra i libri in fiera? E come giudica la situazione è soprattutto la salute degli editori indipendenti nel panorama editoriale italiano attuale?

O. C. – Più Libri Più Liberi anche quest’anno è stata un’esperienza esaltante! E vedere “Il Karma in un paio di scarpe” nella sua seconda edizione dedicata a Tony Lupetti (scomparso un anno fa, coeditore del romanzo con Tuga Edizioni) è stata una grande emozione. Inoltre, il libro continua con successo il suo “tour” di presentazione nelle scuole d’Abruzzo e Lazio. Alcune (come le prime classi del Liceo Scientifico Talete di Roma) lo hanno adottato come libro di lettura per l’estate o per le vacanze natalizie. Le professoresse d’italiano e non solo loro mi invitano a presentarlo ovunque, anche in posti inusuali, come l’ELT elettronica group (azienda italiana che opera nel settore della difesa) o in caffè e ristoranti… Insomma, è una storia che incuriosisce e appassiona! E questo dà un senso alla mia voglia di continuare a raccontare dal vero!

Riguardo al settore della piccola e media editoria non sono molto competente in merito. Posso dirle che per quanto ne so è sempre più difficile farsi leggere e farsi pubblicare. I costi della carta attualmente sono alle stelle. Molti, fra i miei colleghi, scelgono la strada dell’autopubblicazione su internet. Io ancora credo nel “potere” della piccola e media editoria e nella voglia della gente di andare nelle fiere a scovare magari il proprio libro giusto per volare con la fantasia, per perdersi o ritrovarsi. Speriamo che questo governo e quello a venire sostengano i piccoli editori e l’editoria in generale. 

 

F. B. – Era Orietta Cicchinelli su Culturalismi. Ringrazio l’autrice per la sua cortese attenzione.

O. C. – Grazie!

 

Orietta Cicchinelli, “Il karma in un paio di scarpe”, Bracciano, Tony Lupetti & Tuga Edizioni, 2022 (II ristampa)

Foto in alto a sinistra: ©Francesco Bordi, tutti i diritti riservati

Foto centrale a destra: ©Carlo Molica, tutti i diritti riservati

Foto in basso a sinistra: ©Antonella Narciso, tutti i diritti riservati

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