Ma Tommaso…! Il cinema di Mathieu Kassovitz… Le monadi di Leibniz… Un’etichetta indipendente… Ma non eri “Piotta”?

 di Fabio Migneco

 

 

(immagine da https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2964988974967&set=t.100000245985142&type=3)1) Com’è essere un artista indipendente oggi in Italia?

 

Bellissimo ma faticoso. Ci vuole sangue freddo e creatività, piedi a terra e capacità di voli improvvisi. Insomma bisogna essere un po’ duali. Un lato creatività pura, l’altro più razionale per tenere in piedi il tutto a livello pragmatico. Io cerco di non confondere mai le 2 parti e di solito la purezza della notte la dedico alla scrittura e alla composizione.  

 

2) Quali sono le influenze musicali per questo tuo nuovo corso, le stesse di prima o sono aumentate?

 

Aumentano sempre, sono bulimico di musica e ne sono un accanito onnivoro. Ascolto tutto e dentro al mio frullatore mentale tiro fuori il suono che serve ad accompagnare le mie parole. Un suono sempre più vero, più caldo, più ruvido, come le rime che compongo.

 

3) Cosa pensi dell’evoluzione (se c’è stata) dei tuoi vecchi compagni della scena hip-hop romana e che futuro vedi per il rap capitolino?

 

Seguo da vicino l’hip hop romano e mi piacciono in particolare Coez, i Brokenspeakers, Baby K e Rancore. Ci sono tanti nomi validi, dai classici amici del Colle der Fomento al giovane Debbit.

Da seguire anche la scena che ruota intorno allo studio di 3D, in assoluto uno dei migliori beatmaker della capitale.

 

4) La copertina del nuovo album è un chiaro richiamo al manifesto de L’Odio di Mathieu Kassovitz, quanto conta per te il cinema e quali pellicole segui oggi?

 

Un film culto che ha segnato più di una generazione. I legami con l’attualità sono tanti, a partire purtroppo dalla brutalità della polizia ampiamente documentata e ripetutasi in numerosi e recenti episodi qui in Italia. Il cinema racconta il passato ed il presente come la musica e le arti in genere, fanno cronaca dei nostri tempi tratteggiando ed ipotizzando un futuro possibile.

 

5) Sei al settimo album e hai avuto negli anni importantissimi riconoscimenti, eppure c’è ancora qualcuno che ti crede finito dopo una sola(immagine da http://www.avantionline.it/wp-content/uploads/2012/04/MUSICA-Piotta-INT.jpg) estate, come in una tua bella e lucida canzone di qualche anno fa. Ma allora a che servono i nuovi media se le informazioni continuano ad arrivare solo a chi le vuole cercare? E quanto è difficile contrastare questo tipo di pregiudizio?

 

Non sono d’accordo con questa analisi. Se poi c’è ancora una massaia incollata alla tv od un pastore errante senza collegamento alla rete che lo pensano ancora è perché non seguono né mai supporteranno la musica alternativa, viviamo in mondi paralleli come monadi di Leibniz. Le porte sono sempre aperte, ci mancherebbe, ma non sarò io ad andare nella loro direzione, piuttosto l’opposto oppure stiamo bene così.  

 

6) I tuoi testi sono sempre stati precisi e incisivi, anche quelli più ironici e sarcastici. Negli ultimi due album sono più duri e con tematiche sociali e politiche di assoluto rilievo. Come mai questa scelta?

 

Perché non fingo di essere quello che non sono né di raccontare la realtà che non vivo, che sia il ghetto che non vivo né i privè che non frequento.

La maturazione mi ha portato a prendere sempre più consapevolezza di me, da tempo non ho più bisogno di un personaggio per arrivare a tutti, basta Tommaso con la forza delle sue idee. Ho sottratto sempre più all’estetica e ampliato la conoscenza musicale e la capacità compositiva di musiche e testi.

 

7) Giri l’Italia per mesi quando sei in tour come ora. Qual è la tua percezione del Paese, al di là di quello che metti nei tuoi testi?

 

Il Paese reale è per metà specchio di una certa tv ma l’altra metà, che lì non si vede quasi mai e che spesso trova spazio d’azione in rete, è sempre più indignata e agguerrita. E’ la metà che piace a me e di cui faccio parte, la metà che non resta indifferente.

 

8) Da sempre i tuoi dischi sono ricchi di collaborazioni e quest’ultimo non fa eccezione. Quanto conta fare gruppo per te e come si convincono nomi importanti a prendere parte a un pezzo?

 

Innanzitutto ringrazio tutti gli artisti che hanno preso parte ad Odio gli Indifferenti (P. Capovilla

dal Teatro degli Orrori, Bunna dagli Africa Unite, F. Di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso ed i Bud Spencer Blues Explosion) per aver contribuito al successo di critica e di pubblico di questo album che ritengo al momento il mio miglior lavoro. Prog, rock, blues, reggae, rap, il problema non è cosa ma come. Superare le barriere del genere a colpi di credibilità e creatività, il motore di ogni collaborazione.

 

 

foto di Fabio Migneco © tutti i diritti riservati 9) Ci sono nuovi progetti collaterali nel tuo futuro, ad esempio un altro libro?

 

Ce ne sono tanti. In primis il cammino della mia etichetta indipendente che dopo i successi raggiunti in ambito hip hop punta a raggiungere importanti traguardi anche nella scena alternative rock a partire dal progetto MUG, progetto che sta riscuotendo ampi consensi.

 

10) Che direzione ti piacerebbe dare alla tua carriera negli anni a venire?

 

Se potessi in futuro parlerei solo di arte 24 ore su 24, isolato dalla follia del mondo ma in compagnia dei miei migliori amici e degli artisti che più stimo fregandomene di tutto il meccanismo discografico. Essendo figlio di 2 impiegati e non essendo servo di nessuno non sarà facile raggiungere l’obiettivo in un mondo musicale che viste le vendite ed i costi è sempre più per chi ha già spalle coperte e genitori di peso.

 (immagine da https://www.facebook.com/photo.php?fbid=401453903206139&set=a.151469071537958.27277.100000245985142&type=1&theater)

Per ulteriori info sull’artista: https://www.culturalismi.com/culturalismi/dalla-musica-al-pop-olare/piotta-e-morto-anzi-no.html        

 

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