Come ti fai a divertire davvero a lavorare nella musica in un momento in cui con la musica non si lavora? Ce lo raccontano Emiliano Baccini e Andrej Surace: bassista e chitarrista degli Heretic’s Dream. La valorizzazione dal settore che non t’aspettavi…

di Riccardo Carducci (raccolta intervista), Antonella Narciso & Francesco Bordi (adattamento & intro)

 

Gli Heretic’s Dream sono un gruppo musicale di formazione relativamente recente che in pochissimi mesi stanno ottenendo una serie di riconoscimenti inaspettati non in considerazione del loro talento, ma del difficilissimo momento storico ed economico che sta vivendo l’industria musicale internazionale. Inaspettata e non scontata è anche la loro composizione che vanta dei membri meltin-pop residenti fra Londra e Roma. Proprio questa natura internazionale del gruppo ha fatto sì che si potessero organizzare una serie di date live fra le due capitali europee per la promozione di “The unexpected move” il loro album dall’(ancora una volta) inaspettato successo prima di critica e poi di pubblico. Abbiamo incontrato i membri del gruppo dopo una delle loro serate live in Roma. Ai microfoni il bassista Emiliano Baccini ed il chitarrista Andrej Surace. Gli Altri componenti della band sono la vocalist Francesca Di Ventura, l’altro chitarrista Carlo Nicolucci ed il batterista Maurilio Di Stefano.

 

La freschezza che ormai credevamo difficile da reperire nelle band musicali agli esordi negli anni 2000 emerge allegra e sincera nelle parole dei musicisti dal sound piuttosto composito e particolare. Il candore con cui ammettono di divertirsi nel corso del loro progetto musicale dal termine imprevedibile e la relativa “facilità” con cui i ragazzi sono riusciti a farsi notare dagli addetti ai lavori fanno ben sperare e soprattutto devono servire a spronare tutti coloro che dell’arte, visiva musicale o scritta che sia, vogliono ancora fare IL PROPRIO LAVORO nel corso della loro inesistenza…

 

 

Riccardo Carducci: Come è iniziata l’avventura? Presentatevi…

 

 

Emiliano Baccini, il bassista: L’avventura è iniziata circa due anni fa, quando Francesca ed Andrej si sono trasferiti a Londra per motivi di lavoro. Mentre io avevano già una band qui a Roma, gli Asper sound, che poi si è sciolta per motivi “logistici”, Francesca ed Andrey formavano in Inghilterra gli Heretic’s Dream con artisti del luogo, sperimentando cantanti di supporto, bassisiti e batteristi di ogni nazionalità. Andrej però non era soddisfatto della tecnica che apportavano queste persone perché lì gli influssi erano molto più pop-rock o comunque più rock che metal. Ha deciso quindi di ritrovare le sue radici, come si può leggere nella nostra bio, arruolando me come bassista (io e Andrey ci eravamo conosciuti a 17 anni circa e avevamo passato altre tre o quattro formazioni insieme) e Maurilio di Stefano alle percussioni (lo aveva conosciuto per diversi trascorsi in varie band musicali). Dovete sapere che ogni musicista che si rispetti ha passato almeno dieci o quindici gruppi nella sua vita e quindi a sua volta conosce diversi musicisti.

 

 

R.C.: La vostra musica come nasce?

 

 

E.B.: Andrej viene da una base fortemente metal quasi death, veniva da gruppi con influenze molto forti. È riuscito a sviluppare una tecnica molto particolare nel suonare la chitarra, infatti anche l’accordatura che usa normalmente non è un’accordatura standard ossia la modalità cosiddetta “in drop”, ma ne utilizza una molto più sofisticata. Questo suo tecnicismo si mescola con le sue stesse radici rudi. La voce di Francesca invece è molto melodica, viene dal pop inglese con un po’ di contaminazioni “goth” (si sentono le influenze degli Evanescence e Lacuna Coil, tanto per citare due nomi). Il suo stile alleggerisce questa forte base aspra del metal. Da parte mia mi ritrovo molto nel loro stile perché ho sempre suonato musica metal , Maurilio dal canto suo riesce perfettamente ad inquadrare e rafforzare la metrica delle nostre canzoni. Credo che il nostro genere si possa definire come un “metal edulcorato”.

 

 

R.C.: Il vostro sound è molto particolare, cambia anche all’interno della stessa canzone: quindi è voluto.

 

 

E.B.: Decisamente. Il sound che abbiamo è il frutto di tutte le nostre influenze. Come ogni buon bassista ho iniziato dal blues, poi sono passato al funk per poi ritrovarmi a mio agio nel metal. Andrej ha quelle basi che ti ho accennato, mentre Francesca è molto melodica quasi leggiadra. Maurilio è così quadrato ma allo stesso tempo rude nel suo approccio alla musica: molto viscerale. Dovevamo far sfociare tutte queste nostre influenze differenti in qualche genere. Etichettarci non è facile perché non abbiamo la stessa estrazione né sociale né musicale.

 

 

R.C.: Invece parlando di musica e testi… Come nascono? Si tratta di un lavoro di gruppo?

 

 

Andrej Surace, il chitarrista: Non abbiamo una schema ben preciso. Ad esempio per la musica dei pezzi scritti in questo disco siamo partiti da alcuni miei riff di chitarra e poi abbiamo arrangiato tutti insieme. Non ci fossilizziamo mai, saremmo anche potuti partire da un riff di basso o dalla semplice melodia della voce: qualsiasi cosa ci venga in mente la prendiamo. I testi invece sono opera della cantante, Francesca.

 

 

R.C.: Le vostre canzoni di cosa parlano? Avete degli argomenti preferiti?

 

 

A.S.: Parlano di tutto ciò che può capitare nella vita: amicizia, fratellanza, amore… Ogni singolo testo viene dalla realtà, da passate esperienze, da sogni, da ciò che vogliamo che accada.

 

 

R.C.: Tu e Francesca vivete a Londra e quindi riuscite ad organizzare parecchie date lì. C’è differenza nel modo in cui viene recepita la vostra musica in Inghilterra ed in Italia?

 

 

A.S.: In questo senso l’Inghilterra è la patria della musica live. Suonare a Londra è molto facile, vuoi per la presenza di numerosi pub e locali, vuoi per la cultura stessa della gente che, piuttosto che ballare in discoteca, preferisce andare a bere una birra ed ascoltare un gruppo al pub che suona dal vivo.

 

 

R.C.: Apprezzano il vostro genere?

 

 

A.S.: Decisamente! Inoltre lì c’è una politica diversa di vendita del CD, il semplice CD di qualsiasi band. Il prezzo è cinque sterline, circa sei o sette euro. Per questo il nostro album viene venduto a 7.99 euro: un prezzo nazional-popolare al giorno d’oggi! Vogliamo percorrere questa strada sia perché avvicina noi al pubblico sia perché facilita il mercato. Con quel prezzo non puoi non essere invogliato a comprarlo. La musica non è morta per le imposizioni del settore, ma sta correndo questo rischio perché viene piegata ad un utilizzo elitario. Senza fare polemica con un’industria alla quale ora ci stiamo affacciando… però ritengo giusto far presente che tra le tante politiche attuabili per riuscire a lavorare con questo tipo di arte, credo che  avvicinare la gente sia la più pratica. Le notti gratis ai musei ci sono, ma per trovare un concerto gratuito devi aspettare che qualcuno vinca uno scudetto.

 

 

R.C.: Voi vi proponete ad un pubblico giovane, ma voi cosa farete da grandi?

 

 

A.S.: Per ora ci stiamo divertendo in modo incredibile. Ci è capitato tutto in 6 mesi, una specie di fiume in piena: abbiamo scritto dei pezzi e detto “OK registriamo questo CD”!. Abbiamo affittato una sala a Londra per una settimana, prodotto il CD, mixato, masterizzato e messo su internet dove è stato notato dalla Videoradio, una casa discografica associata con la RAI.

 

 

R.C.: Quindi non vi siete proposti voi?

 

 

A.S.: Ci hanno ascoltato ed hanno chiesto se avevamo “altro”. Gli abbiamo linkato un set completo del nostro CD e ci hanno risposto con una mail che conteneva il contratto! Voglio sperare che siano rimasti colpiti da ciò che proponevamo. E’ stata un’escalation continua. Partendo dalla registrazione del CD sono nati concerti, contatti su internet sempre più ampi, agenzie di promozione, siamo stai contattati per suonare all’O2 di Islington, all’O2 Arena di Londra, insomma… per chi “bazzica” la musica sono nomi che fanno un certo effetto. Dopo mi manca solo suonare a Wembley e poi ho chiuso.

 

 

R.C.: Insomma avete belle speranze…

 

 

E.B.: Incrociamo le dita ed anche il non incrociabile. Ci siamo divertiti  e ci stiamo divertendo tanto. Anche se finisse adesso abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare: abbiamo fatto della musica quasi un mestiere.

 

A.S.: Sì, abbiamo girato anche due video attualmente in post produzione già su youtube. Il terzo lo faremo a settembre.

 

 

R.C.: il vostro CD è appena uscito, si può dire…

 

 

A.S.: Sì, è da un mese reperibile sulle piattaforme digitali come I-tunes dove è maggiormente reperibile, poi ci sono altre piattaforme come Amazon, Nokia Music Store, Vodafone Music Store, Metelli, che è un portale finlandese in grado di supportare la musica metal, poi tra circa quindici giorni uscirà la copia “fisica” per la distribuzione.

 

 

R.C.: Vogliamo comunicare il titolo dell’album ragazzi! Ancora non abbiamo detto…

 

 

A.S.: “The unexpected move”.

 

 

R.C.: Ma anche le vostre canzoni sono “inaspettate” ?

 

 

A.S.: Sia il titolo dell’album che il nome del gruppo sono fortemente voluti e consapevoli. Come hai potuto sentire durante il concerto la nostra non è musica prevedibile, nel successivo movimento della canzone non trovi quello che attendi, vedi per esempio “I need your love” che cambia molte atmosfere per poi sfociare in quel minuto e mezzo di prog della parte strumentale: cosa che non ti aspetteresti ascoltando la voce di Francesca. Riguardo al nome del gruppo, noi saremmo degli eretici figurati, il nostro sogno è coniugare due generi inconiugabili: il goth melodico ed il progressive metal. Poi vediamo cosa ne esce fuori, intanto noi il sogno l’abbiamo fatto…

 

 

R.C.: Grazie Ragazzi. Erano gli Heretic’s Dream su Culturalismi.com.

 

Per maggiori info sulla band: http://www.hereticsdream.org/

Per ulteriori info sull’acquisto dell’album: http://www.hereticsdream.org/#!discography

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