Primo banco di prova per il Festival delle letterature popolari di Roma. Entusiasmo e bisogno di crescere, ma i valori in campo (anzi in “parco”) sono alti

 

di Francesco Bordi

“Popolare”… Letteratura “popolare”. Quartiere “popolare”. Scrittura “popolare”.

( immagine da http://www.diregiovani.it/news/15691-flep-il-festival-delle-letterature-popolari.dg )Tale è la connotazione su cui si incentra l’evento che dal 12 al 16 settembre si svolge presso il “Parco Meda” all’interno del quartiere tiburtino in Roma. L’accezione è croce e delizia dell’arte e della cultura nostrana dal momento che, come veniva rammentato al pubblico nel corso della prima serata della manifestazione, spesso in alcuni settori (la letteratura su tutti) il termine  “popolare” ha ricoperto il significato di sminuire un certo tipo di narrazione e di saggistica o quantomeno è stato un sinonimo di letteratura di seconda scelta. I ragazzi che hanno dato vita al primo “Festival delle letterature popolari” vogliono invece presentare con entusiasmo e giusto orgoglio quello che è stato ed è tuttora il grandissimo valore  della letteratura, ma più in generale dell’arte interpretata dal popolo e per il popolo attraverso alcuni esponenti che tengono alta la bandiera della cultura “motrice” nelle case e per le strade della nostra esistenza. I promotori ed ideatori dell’evento quali la rivista “Terra Nullius Narrazioni Popolari” e l’associazione “Ontheroad”, con il patrocinio del V Municipio di Roma, ritengono correttamente che l’insieme della produzione artistica del popolo appartenga a buon diritto alla cultura d’alto livello e proprio per questo hanno sottolineato dichiaratamente nel manifesto del “F.L.E.P.” che il movimento « vuole riavvicinare la società civile alla cultura alta, ai valori della nostra tradizione letteraria e artistica, convinti che l’arte in tutte le sue sfaccettature sia l’unico motore “sano” della civiltà, l’unica cosa in grado di raccontarci chi eravamo, chi siamo e cosa siamo in grado di fare. Flep! è una risposta “attiva” all’ imperante mercificazione della cultura e alle logiche della sua industria oramai agonizzante ». I mezzi con cui gli organizzatori vogliono realizzare questa sensibilizzazione sono gli stessi che intendono celebrare. Il FLEP pertanto è costituito da performances istrioniche, presentazioni librarie alla presenza di autori di rilievo, mostre pittoriche, readings teatrali, nonché interazioni fra le arti e le cosiddette “nuove tecnologie digitali di comunicazione e condivisione”. Da non dimenticare l’attenzione mostrata per i più piccoli ai quali l’organizzazione ha riservato una doverosa serie di “laboratori di cicloscrittura”, dal momento che la cura per le arti che si sviluppano in seno alla gente non può prescindere dal seguire attentamente coloro che saranno i trascinatori sociali e culturali di domani.

Il programma del Festival è assai concentrato e nutrito e nel suo pianificato svolgimento risulta aderente agli intenti prefissati. Felicissima la scelta diFoto di Francesco Bordi © tutti i diritti riservati aprire le danze delle arti popolari cominciando con la celebrazione del centenario della nascita di Elsa Morante, in un certo senso la madre moderna, per non dire contemporanea, della “storia” del popolo. A tal proposito ci teniamo a segnalare le letture degli scritti relativi alla grandissima autrice romana sensibilmente interpretati, nel corso della prima serata, da Giglio e Risica, quindi  “musicati” da Serafini e Maura mentre il tecnico video Bucri faceva sì che il tutto avvenisse alternando le performances degli attori con proiezioni, alle loro spalle, di alcune delle pellicole relative agli anni in cui le fatiche letterarie di Elsa meritavano interviste all’autrice e trasposizioni cinematografiche. Degna di nota anche la scelta degli ospiti accorsi all’evento come, solo per citarne alcuni, Carola Susani che presenta “Eravamo bambini abbastanza”  per i tipi della Minimum Fax, Wu Ming & Antar Mohamed autori di “Timira. Romanzo Meticcio” edito da Einaudi e Carolina Cutulo con il suo “Romanticidio” pubblicato da Fandango Libri.

A sinistra e destra del palco, posto sotto un imponente autobus multicolore,  su cui si esibiscono autori, teatranti e musicisti si possono visitare gli stand delle case editrici che si sono interessate a trovare una propria collocazione nell’ambito delle letterature popolari. Non mancano pertanto editori indipendenti, così come non si sono fatti attendere i periodici e le fanzine della cosiddetta stampa alternativa. Stuzzicanti anche le mostre pittoriche allestite nella “Galleria Ipercontemporanea”: una piccola struttura, adiacente all’ormai storico “bus pittato” del parco Meda, in cui si stanno alternando artisti come Toni Bruno, Davide de Cubellis, Veronica Leffe e Daniela Tieni, quasi tutti molto vicino alla comunicazione fumettistica. L’orgoglioso cimelio a quattro ruote degli anni ’80 è divenuto nel corso degli anni il simbolo di una società popolare che non ci sta ad essere considerata fuori dalle dinamiche cittadine, ma che al contrario dimostra come un parco con un vecchio pullman al suo interno può divenire un centro di interscambio sociale e culturale con una netta forza artisticamente centripeta.

Foto di Francesco Bordi © tutti i diritti riservati La decisione di realizzare l’evento popolare nel “Parco Meda”, in un quartiere altrettanto popolare come il Tiburtino di Roma è pertanto largamente apprezzabile. La sinergia tra una grande area verde, riqualificata e ben attrezzata per la condivisione pubblica e gli intenti di celebrazione dei valori artistico-letterari dedicati alla stessa gente che quel parco lo frequenta risultata piuttosto convincente. Certamente nell’entusiasmo generale, davvero palpabile, e nella buona percezione delle vie culturali da perseguire, rimane qualche neo a livello organizzativo come ad esempio alcune inesattezze sulle presenze degli autori nell’informativa di presentazione, un’attenzione agli organi di stampa ed alle redazioni di settore che, dopo i primissimi tam tam mediatici avrebbe dovuto avere un seguito anche nella stessa location espositiva, la mancanza di un effettivo punto di accoglienza/info in grado di guidare tanto curiosi ed interessati tanto operatori culturali e persone del settore. Anche la gestione degli editori presenti (e di quelli potenzialmente “convocabili”) avrebbe potuto ricoprire un ruolo di maggior rilievo in grado di portare così un più nutrito numero di specialisti e visitatori alla Manifestazione. Si tratta di condizioni certamente migliorabili che si possono anche trascurare di fronte ad una prima edizione, anche perché i valori artistici in campo, soprattutto nella fascia serale, erano davvero di effettivo valore e sicuro interesse. Ad ogni modo segnaliamo con affetto queste note strutturali proprio perché noi di Culturalismi abbiamo apprezzato l’intero motore allestito con sincero trasporto e ci aspettiamo quindi una seconda edizione in cui l’accezione di “Festival” sia maggiormente verisimile (il rischio che tutti gli sforzi profusi vadano per una festa di quartiere anziché in direzione di un progetto più ambizioso è spesso dietro l’angolo). Anche quando gli artisti e gli autori invitati sono di indubbio carisma, occorre sempre mantenere una correlazione organizzativa il più attiva possibile, pur facendo sempre i conti con il budget e le risorse umane a disposizione: due condizioni che, ce ne rendiamo conto, sono davvero complesse attualmente nel nostro Stivale anche nei pochi casi dei finanziamenti istituzionali.

Certi di aver visto solamente la prima di una lunga serie di fortunate rassegne del “FLEP”, vi invitiamo a visitare questo primo “Festival delle letteratureFoto di Francesco Bordi © tutti i diritti riservati popolari” al Parco Meda in Roma. Per quanto la cultura e le tradizioni artistiche insite nel popolo siano di fatto eterne, sono molto rare le manifestazioni ad esse dedicate. Un doveroso plauso ai ragazzi che si adoperano per questo tipo di feste culturali; a loro ci uniamo nel ricordare che la letteratura popolare è sempre e comunque letteratura ALTA!

La letteratura è scarsa quando scarso è il suo valore che evidentemente prescinde da dove nasca quel tipo di narrazione. Un buon modo di raccontare le vicende, reali o di fantasia, è sempre riscontrabile nonostante tutti i tentativi che la politica ed i dietrologi del momento si sono serviti per screditare quelle lettere provando a lederne la grandiosa valenza letteraria.

Foto di Francesco Bordi © tutti i diritti riservati Buon compleanno Elsa!

Per maggiori info sugli organizzatori: http://www.terranullius.it/

Per maggiori info sul “F.L.E.P.” e su programma del Festival: http://www.flep.tk/

 

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