Scene da una fiera scandinava di fine estate

dalla nostra inviata speciale Antonella Narciso

Copyright © Antonella Narciso 2011 tutti i diritti riservatiCome possono decine di migliaia di persone mantenere un segreto per quasi trent’anni? E cosa spinge illustri personaggi del panorama culturale a prendere parte a questa congiura del silenzio? E’ per rispondere e questa e ad altre domande che lo staff di Culturalismi è partito all’arrembaggio di Göteborg dove dal 1985 si svolge l’omonima fiera del libro. Nata per rispondere alle esigenze degli addetti ai lavori nordeuropei, nel corso dei decenni la fiera ha esercitato un fascino sempre più irresistibile anche per il già fortissimo pubblico di lettori locali, come testimoniano le cifre dell’anno scorso: più di 97000 visitatori, 833 tra scrittori e conferenzieri da 29 paesi, 441 seminari per confrontarsi e riflettere al di là dell’eventuale acquisto dell’oggetto cartaceo.

Per quattro giorni a partire dal 22 Settembre la città svedese vivrà al suono delle centinaia di pagine sfogliate nello spazio dei 14.108 metri quadrati occupati all’interno dello Svenska Mässan, l’imponente centro congressuale ed espositivo di Göteborg; al centro della scena i tre paesi europei di espressione tedesca, Austria, Germania e Svizzera, pacificamente uniti dal tema “Tre länder, ett språk” (Tre paesi, una lingua). Dal premio nobel Herta Müller alla performer Nina Hagen, passando per autori contemporanei come la scrittrice tedesca di narrativa per ragazzi Cornelia Funke (il suo “Cuore d’inchiostro” è stato portato sul grande schermo dal regista Iain Softley nel 2008), lo svizzero Peter Stamm e scrittori da noi meno noti oppure mai tradotti, come l’ungherese Terézia Mora, il cui romanzo “Tutti i giorni” è stato pubblicato da Mondadori nel 2004, o il bulgaro Dimitré Dinev. Ma il babelico risuonareCopyright © Antonella Narciso 2011 tutti i diritti riservati di lingue va ben oltre qualche idioma del ceppo germanico: il premio nobel peruviano Mario Vargas Llosa, il francese Emmanuel Carrère, l’algerino Salim Bachi, vincitore nel 2001 del premio Goncourt per l’opera prima “Le chien d’Ulysse” , lo spagnolo Ildefonso Falcones, lo statunitense Jonathan Franzen, il poeta bielorusso Andrej Chadanovitj, la scrittrice finlandese Sofi Oksanen sono solo alcuni degli autori pronti a prodursi tanto in dibattiti aperti alla gran folla di curiosi che vaga tra gli stand quanto ad un pubblico più ristretto in occasione di seminari a pagamento.

Gli argomenti di questi incontri sono i più vari: si va dalle variazioni sul tema del linguaggio come Heimat all’indagine sui sentimenti nutriti dai bambini verso Pippi Calzelunghe, dall’analisi delle strategie adottate in Germania e Svezia per spingere alla lettura le giovani generazioni cresciute ad aringhe ed internet alla disamina dell’esempio di polifonia linguistica offerto dalla Svizzera. Le occasioni sono tali e tante che un visitatore medio può sperare di appagare parte delle sue brame culturali solo inoltrando al Copyright © Antonella Narciso 2011 tutti i diritti riservaticapitano Kirk una formale richiesta di impiego del teletrasporto. Ma come tutte le favole, anche questa nostra ha un suo lato oscuro: molti dei seminari e dei colloqui sono tradotti solo nella lingua del posto e se questo è accettabile, anche se con grande rammarico, per la presentazione dell’ultima fatica del norvegese Dag Solstad, da noi precedentemente recensito, o del recentissimo “Himmel över London” dell’amato scrittore svedese Håkan Nesser, chiaramente rivolti al mercato locale, pare meno opportuno quando riflessioni meno legate all’estemporaneità del mercato editoriale potrebbero fornire spunti interessanti ad un pubblico più ampio di quello scandinavo. Illuminanti da questo punto di vista gli sforzi dello scrittore francese Emmanuel Carrère, uscito vittorioso da tre quarti d’ora di seminario in inglese con occasionali epifanie lessicali di francese, o l’impacciato arenarsi del cantautore bielorusso Zmitser Vajtsiusjkevitj, più a suo agio con voce e chitarra che con la sintassi della lingua dei Beatles.

Molte luci e qualche nuvola in viaggio, proprio come il cielo sopra Göteborg, in un’Europa che trova il suo senso più profondo quando riesce ad aprirsi con curiosità e senza stereotipi alla polifonia dei suoi cori.

Per maggiori info sulla Fiera:

http://www.bok-bibliotek.se/en/about-goteborg-book-fair/what-is-goteborg-book-fair/

Per maggiori info sulla città di Göteborg:

http://www.goteborg.com/

Per maggiori info sull’ultimo romanzo di Dag Solstad:

https://www.culturalismi.com/culturalismi/letterature-straniere/prove-fallite-di-comunicazione.html

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