EP#17

di Claudio Consoli

EP#17

(tutto ha un punto di rottura: uomini, cose, vicende e passioni )

 

 

1.    “Somebody That I Used To Know”. 2011, album “Making Mirrors” di Gotye, pensiamo di conoscerci, pensiamo di conoscere chi abbiamo vicino ma a volte l’inaspettato accade ed a volte siamo proprio noi a deluderci di più, 

2.    “Don’t Give Up”. 1986, album “So” di Peter Gabriel, viene voglia di mollare, ci si sente persi anche se c’è chi si ostina a confortarci e cerca di mostrarci il lato luminoso della vita,

3.    “Somewhere Only We Know”. 2004, album “Hopes and Fears” dei Keane, fra speranze e paure allora si cerca conforto in luoghi, reali e dell’animo, in cui ci sentivamo a casa, per scoprire che ormai anche lì tutto è cambiato.

4.    “Sing”. 2001, album “The Invisible Band” dei Travis, serve un balsamo, un tonico per il nostro animo pieno di dolore ma anche d’amore e cos’è meglio della musica? Perché non cantare?

5.    “The Importance Of Being Idle”. 2005, album “Don’t Believe The Truth” degli Oasis, in fondo basterebbe concedersi una pausa, permettersi di girare al minimo, per accorgersi che nella vita, forse, abbiamo bisogno di molto meno di ciò che pensiamo.

 

 

Potete guardare i video della playlistamche sul nostro canale youtube: http://www.youtube.com/playlist?list=PL2CABE735EFE08C8B

 

 

Curiosità sulla playlist:

Il nome d’arte Goutye deriva da Gaultier, versione francese del vero nome del musicista, Wouter, nato in Belgio ma cresciuto in Australia. Gotye fa parte anche di un Trio Indie-Pop chiamato Basics.

“Don’t Give Up” che nella versione originale vede Gabriel duettare con la grande Kate Bush, è stata poi interpretata dallo stesso Gabriel con numerose altre cantanti, fra le quali, recentemente, è degna di menzione la prova della norvegese Ane Brun (http://www.youtube.com/watch?v=PaSKNzG2XyY); la canzone è stata inoltre oggetto di numerose cover tra cui una ad opera di Bono ed Alicia Keys (http://www.youtube.com/watch?v=LD2uidHRf6U).

I Keane hanno praticamente fatto a meno di un chitarrista e di un bassista per tutta la loro carriera: dal 2001 al 2011, quando hanno incluso nella line-up un bassista, tutte le parti di basso e chitarra necessarie sono state sintetizzate via tastiera.

Il nome della band Scozzese, ritenuta insieme agli Oasis come principale ispiratrice della successiva scena musicale britannica, deriva dal protagonista di un film di Wim Wenders “Paris, Texas”.

 

 

 

 

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